Le cene eleganti di Piero Colaprico

Il caso “Ruby”, la storia che per un lungo periodo ha interessato tanti italiani, che è stata letta diffusamente sui giornali, sentita in televisione, provocato diverse reazioni, la storia che ha portato alla ribalta sotto i riflettori tante persone comuni, oltre a quelle note, è stata romanzata in questa opera di Colaprico.

Il giornalista con garbo e correttezza riporta in modo rigoroso i fatti, non fa altro che riordinare le idee, le intercettazioni, le varie informazioni, tutto quello che è stato confermato dalle indagini e dalla documentazione. Niente di più. Non si fa nessun processo e non si dà nessun vero giudizio. Al lettore, eventualmente, resta farsi un’idea. Il bello di tutto questo è come l’autore riesca a porre tutto in forma di romanzo facendone una storia che può essere tranquillamente venuta fuori dalla fantasia di uno scrittore.

A parte il risvolto politico della faccenda e i vari riferimenti ai “casi” politici che hanno interessato Milano e l’Italia negli ultimi decenni, il libro non vuole essere, a mio modo di vedere, un libro sulla politica, quanto forse un libro sulla società e sulla decadenza morale di una città, Milano, che da laboriosa e attiva si sta lentamente trasformando in lasciva e stanca. La Milano da bere degli anni ottanta diventa la Milano da “leccare” dei nostri giorni. La Milano della moda e del design lascia il posto alla Milano delle discoteche e delle notti trasgressive.

Una narrazione piacevole che permette una facile lettura e una comprensione chiara dello scenario e del susseguirsi dei fatti, costruendo anche dei paralleli interessanti come quello con i precedenti abitanti di villa San Martino. In più l’autore cerca anche di tratteggiare, meglio spennellare, i caratteri dei personaggi principali. “Spennellare” perché non c’è la pretesa di definirne l’aspetto morale quanto cercare di darne e suggerirne alcuni tratti.