Le grandi battaglie della Linea Gotica
- Autore: Franco e Tomaso Cravarezza
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Gothic Line, profonda, organizzata, eppure secondaria. Per i tedeschi era Linea Verde, ha prevalso la denominazione data dagli Alleati, ma invertendo l’ordine dei nomi, il risultato non cambia: sette mesi abbondanti di sostanziale stasi del fronte, nell’Italia alto centrale. E questo nonostante gli sforzi e le tante perdite di germanici e angloamericani, in quel complesso fortificato dal Tirreno all’Adriatico, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Per quanto non risolutive, furono diverse “Le grandi battaglie della Linea Gotica”, di cui si occupano con competenza ed efficace esposizione Franco e Tomaso Cravarezza, nel volume con quel titolo, pubblicato a maggio dalle torinesi Edizioni del Capricorno (238 pagine, 14,90 euro).
Ha diverse pubblicazioni al suo attivo il generale di Corpo d’Armata Franco Cravarezza, ex allievo del 150° corso dell’Accademia di Modena e ufficiale alpino con una carriera operativa segnata da prestigiose responsabilità di comando. Ha firmato testi e libri anche Tomaso, esperto in araldica e pubblicistica storica, già ufficiale del Corpo Militare dell’Esercito e del Sovrano Ordine di Malta.
Da sempre, una volta spenti gli echi dei combattimenti e subentrati gli aspetti storiografici, la Linea Gotica ha conteso la fama alla Linea Gustav, quella di Cassino. Tra le due non c’è paragone, tuttavia, soprattutto dal punto di vista strategico.
Certo, è considerevole il fascino mediatico di entrambe e non c’è nessun dubbio sulla notevole “grandezza” di scala delle due campagne militari invernali. La prima ha avuto per teatro la valle del Liri (Basso Lazio) e si è prolungata dall’autunno 1943 al maggio 1944. La seconda si è svolta dal 24 agosto 1944 a fine guerra, nei primi di maggio del 1945. Solo allora si sono esaurite le azioni offensive-difensive nell’articolato sistema di linee e capisaldi allestito dalla Wermacht sui rilievi appenninici dalla Versilia al Riminese.
Tanto sulla Gustav che sulla Gotica si vide l’impiego di tutti i mezzi e di tutte le strategie possibili nella seconda guerra mondiale, anche in cielo e in mare, oltre che per terra. Vi presero parte più di un milione di soldati, di oltre venti nazioni, in condizioni climatiche difficilissime. L’inverno 1943-44 (Cassino) fu il più piovoso da decenni nella nostra penisola e quello dell’anno successivo il più freddo, ostacolando i movimenti delle truppe e favorendo decisamente lo schieramento tedesco, attestato sulla difensiva.
Gli studi di Amedeo Montemaggi, storico specializzato proprio nella complessa ricostruzione di ogni aspetto delle battaglie lungo la Gothic Line, hanno dimostrato ampiamente l’imponenza delle operazioni militari del 1944-45 nell’Appennino tosco-emiliano la più grande battaglia di mezzi mai combattuta suo fronte italiano
sebbene non regga il confronto con gli scontri dell’anno precedente sulla linea Rapido-Liri-Montecassino-Maiella-Sangro.
Questo perché, come mettono giustamente in risalto i Cravarezza, lo sbarco in Normandia aveva reso secondario il fronte italiano, dal quale erano state ritirate le migliori unità alleate, per trasferirle nel teatro decisivo della sfida lanciata al nazismo. Era dal nord della Francia che gli angloamericani volevano raggiungere il cuore della Germania e mettere fine alla guerra.
L’anno prima, invece, il nostro fronte era ancora l’unico dove combattevano gli Alleati. Da qui il rilievo sulla stampa e per l’opinione pubblica internazionale delle spallate alleate contro Cassino, di cui l’immane e scenografico, per quanto inutile, bombardamento dell’Abazia benedettina divenne l’icona drammatica più rappresentativa.
In quei mesi, quello italiano era il vero secondo fronte in Europa, che impegnava i tedeschi a occidente, distogliendo le loro forze dal settore orientale, dove i sovietici sostenevano il peso maggiore dello sforzo contro Hitler.
Ad agosto del 1944, però, gli Alleati avevano rinunciato a puntare sullo sfondamento a tutti i costi in Italia, visto che avrebbero comunque trovato la barriera delle Alpi a ostacolare l’avanzata verso Berlino.
Indubbia, secondo gli autori, la minore importanza politica e strategica della Linea Gotica alto-appenninica, nel momento in cui l’attenzione alleata si era spostata in Francia. L’anno prima, invece, la pressione a Cassino doveva dimostrare ai russi la serietà dell’impegno anglo-americano contro la Germania, nel nostro continente.
È indiscutibile, in questo volume, riccamente illustrato, la validità dell’approfondita ricostruzione dei combattimenti sulla Linea Gotica, che risparmia lodevolmente ai lettori il peso di tecnicismi militari esasperati. La lettura ne guadagna indubbiamente, per contenuti e scorrevolezza.
Viene messo in rilievo tra l’altro il contributo del rinato esercito italiano all’avanzata lungo l’Adriatico, alle operazioni nel Ravennate e all’offensiva di primavera del 1945. Vi presero parte i Gruppi di Combattimento del Corpo italiano di liberazione, equipaggiati dagli inglesi, mentre i partigiani continuavano a minacciare le linee di comunicazione dietro il fronte, insistendo a restare in montagna nonostante il proclama di Alexander.
Le grandi battaglie della linea gotica
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