Le mille e una notte
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Disgustato dal tradimento della moglie, il sultano Shahryar decide di uccidere tutte le sue mogli dopo la prima notte di nozze. La figlia del suo visir, la bella e furba Sherazade, decide di fermare questo eccidio. Sposato Shahryar, durante la prima notte di nozze convince il marito ad ascoltare una storia da lei stessa raccontata. Il marito rimanda così l’uccisione e ogni notte che seguirà Sharazade gli racconterà una nuova storia, posticipando un giorno alla volta l’esecuzione.
Le storie narrate ne “Le mille e una notte” sono brevi o lunghe, alcune con catene di personaggi che, a loro volta, hanno una storia da raccontare.
Le storie sono ambientate in regni reali e fittizi, sotto regni di personaggi storici realmente esistiti o durante il dominio di imperi improbabili che vanno dall’India al Marocco.
“Le mille e una notte” ha seguito una lunga evoluzione nel corso dei secoli: tramandata oralmente, è stata messa per iscritto verso il XII secolo, è stata tradotta e ha raggiunto l’Europa nel XVI ed è stata divulgata secondo la forma che conosciamo in Francia nel XVIII. Sarebbe interessante farne uno studio filologico per individuare le parti aggiunte e quelle originali, individuando quei tanti elementi ed espressioni che possono essere stati aggiunti dopo importanti eventi storici come le Crociate, l’invenzione della polvere da sparo o le guerre delle repubbliche marinare.
Diversamente da quanti alcuni credono, “Le mille e una notte” non sono favole per bambini: alcune storie sono violente, altre scabrose, nonostante l’opera di adattamento delle versione francese. In tutte è comunque chiara e continuamente celebrata la presenza della religione, che conclude la maggior parte delle storie con l’esplicitazione dell’ineluttabile volontà di Allah, dando così una morale confessionale a cui l’europeo laico non è abituato. Religione e mito sono fusi insieme in un unico concetto indistinguibile, tanto che alcuni racconti sembrano vere e proprie parabole. Nella maggior parte dei casi i personaggi non fanno altro che compiere il loro destino, approfittando dei grandi colpi di fortuna che questo gli riserva e dell’aiuto di personaggi pieni di bontà, in contrapposizione con i personaggi che vogliono il loro male.
Gli uomini del racconto sono spesso impulsivi, approfittano delle fortune che la vita offre loro, compiono errori a volte, ma ne emergono vittoriosi se la volontà divina li preserva. Sono i personaggi solitamente in secondo piano quelli che devono aguzzare l’ingegno per sopravvivere. Prima fra tutti la protagonista de “Le mille e una notte”, Sherazade, che è donna, debole e giovane, costretta ad inventarsi qualcosa per sopravvivere e tanto ingegnosa da sfruttare la voglia di conoscenza di suo marito per raccontargli una storia ogni notte e ritardare la sua morte.
Le mille e una notte
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