Le pinne e i mocassini
- Autore: Francesco Paolo Adamo
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2014
Questo è un libro scritto a quattro mani. E fin qui niente di particolare. L’unica differenza sta nel fatto che in questo caso tutte e quattro le mani sono le mie.
Questa è la dichiarazione dell’autore de Le pinne e i mocassini, un’opera davvero varia, una raccolta eclettica, che non fa annoiare il lettore.
Francesco Paolo Adamo, già la giustapposizione di nome e cognome ci fa immaginare un Giano bifronte e ci confonde: quale sarà il nome? Quale il cognome? Ma non è che l’inizio. Questo è solo l’indizio di un autore profondamente scanzonato e ironico, ma al contempo sentimentale, addirittura sensibile. Storie assurde, fantastiche, esilaranti, ai confini della realtà, commoventi. La copertina già ci stupiva, con quelle dita dei piedi intente a smanettare su una tastiera.
Il libro è, come dichiara l’autore stesso, “scritto con i piedi”; per usare un gioco di parole, Adamo mette “le mani avanti”, alla ricerca di una excusatio non petita e per giustificare eventuali contenuti e forme non canonici, excusatio che però, alla fine, si rivela non necessaria. I piedi di Adamo infatti ci fanno entrare nel vivo di piacevoli racconti, da lui definiti “dello stomaco e del cuore”, in cui ci si immerge totalmente. E ce n’è davvero per tutti i gusti: una improbabile storia d’amore con la controllora della metropolitana, un viaggio aereo in una terra esotica dove tutto può succedere, e dove si può assistere a uno strano, bizzarro funerale. E poi, con un’ironia che si allarga nella più liberatoria risata, ecco l’immancabile, italianissimo “Festival di Sanremo” dove impazza, in una realtà parallela ma non troppo improbabile, la canzone del “cranioleso rap”, con una conclusione veramente a sorpresa. E sono solo alcuni esempi.
Ma Adamo non è solo una sorta di moderno giullare assoldato per farci ridere. Ha un cuore e un sentimento. Così questo cuore fa scaturire la storia dello scienziato che volle fermare il tempo, snocciolando in uno struggente diario tutte le sofferenze di una personalità “diversa”. Poi troviamo il pescatore di parole, un giovane che trascorre la propria vita a lasciar scorrere un fiume di frasi, ininterrotte, dopo aver trascorso un lungo periodo di silenzio. C’è poi il nano alto, che dichiara:
«È esattamente come che ti ho detto. Un nano alto è un nano che ha tutte le caratteristiche di un nano. Ragiono come un nano, penso come un nano, parlo come un nano, mi muovo come un nano, lavoro come un nano. L’unica piccola differenza, quella che mi rende, diciamo così, speciale, è che sono alto».
E l’astronauta ci fa capire che il vero senso dell’Universo si coglie da lontano, ed è più vicino a noi di quanto possiamo pensare. Ancora ho in testa la melodia di Annie Lennox che Adamo suggerisce come colonna sonora del magico incontro con la controllora: quella che attacca all’improvviso con gorgheggi di stupore e rende l’atmosfera totalmente cinematografica e fa rallentare la scena.
Infine, nella seconda parte del volume, ci allietano le poesie del cuore e dello stomaco, assai coerenti nello stile e nell’umore coi racconti, che ci trascinano per mano fino alla conclusione, che ci lascerà in bocca un tenero sapore di una gioia bambina.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Le pinne e i mocassini
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