Le porte della percezione
- Autore: Aldous Huxley
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
Aldous Huxley è stato un filosofo e scrittore noto soprattutto per il suo romanzo distopico Il mondo nuovo, ispirato all’ideologia della “Fabian Society", di cui egli era membro. Tale società contemplava, “contempla” un mondo collettivistico in cui l’individuo e i suoi diritti scompaiono del tutto; una ristretta cerchia oligarchica impone non solo gli stili di vita ma soprattutto il modo di pensare. Abolita la famiglia, come piacere rimane il “soma”, vale a dire la sessualità animale.
La crescita demografica segue criteri malthusiani: se l’umanità cresce troppo di numero, per la riproduzione si selezionano i tipi migliori. Gli alti possono perire, o non nascere.
Nel 1917 Aldous Huxley, insegnante a Eton, ha come scolaro George Orwell, che il maestro avrebbe voluto attrarre nella Fabian, ma senza riuscirvi. Orwell si allontana da ogni dittatura e la denuncia.
Anche Huxley ha un mutamento spirituale e diviene un esperto nella ricerca interiore, nello studio dell’ampliamento della coscienza, attuato in libertà. Per la qual cosa usa su di sé sostanze psicotrope, soprattutto la mescalina, derivata dal cactus peyote, in uso dagli indiani messicani.
Siamo nella seconda fase della sua vita, in cui la letteratura e la saggistica distopica invertono verso e diventano utopiche. È del 1954 il suo importante saggio Le porte della percezione, una pietra miliare, da cui la band rock i “Doors” prende il nome. Si spalancano le porte della creatività, si apre un infinito di possibilità.
Il libro è scritto in collaborazione con lo psicologo H. Osmond. È stato ripubblicato da Mondadori nel 2016, insieme a un altro breve pamphlet, dal titolo Paradiso e inferno. Quest’ultimo titolo è ispirato da William Blake e il suo Il matrimonio del cielo e dell’inferno del 1794.
La fondamentale differenza tra distopia e utopia sta nel fatto che la prima è il risultato di un condizionamento esteriore di tipo collettivo, in cui l’apporto individuale è eliminato; la seconda nasce da un’esperienza unica, personale e irripetibile, per le analogie e l’unione nel cervello di sinapsi inedite, che svelano altri aspetti della realtà, mai considerati prima.
Che cosa è reale se non ciò che viene percepito? (Berkeley)
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Nello sconfinamento oltre i muri razionali le immagini prevalgono sul costrutto lessicale e sono molto spesso di natura mistica, ossia implicano legami del tutto con il tutto, immettono l’io nel dinamismo cosmico, non esistono fatti isolati, privi di correlazione gli uni con gli altri. È la base dell’insegnamento di Buddha; da ora in poi Huxley lo farà suo.
Un esempio degli accostamenti legati alla meraviglia, a percezioni arcane è la seguente frase, in apparenza “insensata”:
Una rosa è una rosa e solo una rosa. Ma queste gambe di sedia sono gambe di sedia e sono anche san Michele e tutti gli angeli.
Non si tratta di allucinazioni, ma di intuizioni, possibili come nei sogni, in cui è all’opera una conoscenza legata alla finalità: le gambe servono al sostegno e allo spostamento, gli angeli si spostano con modalità istantanee, in cui tempo e spazio sono annullati. Ecco le analogie.
Che ogni oggetto contenga e sia compenetrato dal Divino era già stato espresso da Talete, nel suo vedere dei in ogni cosa. Per Huxley è la riscoperta dell’antico ilozoismo.
La percezione allargata permette di accedere a un substrato, non materiale, energetico, che sorregge il creato, formato da immagini archetipiche.
Dopo Huxley, letto e amato dai primi hippie, verrà Castaneda e il suo maestro don Juan, con il peyote nuovamente protagonista.
Per questi ricercatori la droga è in funzione della conoscenza e della libertà, non fuga dal mondo in paradisi artificiali.
Le porte della percezione-Paradiso e inferno
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