Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo
- Autore: Aldous Huxley
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2016
“Il mondo nuovo” di Aldous Huxley, pubblicato in questa edizione (Mondadori, Oscar Moderni, 2016) insieme al saggio “Ritorno al mondo nuovo”, sebbene oscurato da altri capolavori quale, fra tutti, “1984” di George Orwell, è, in realtà, il vero capostipite del genere distopico. Uscito nel 1932, più di dieci anni, quindi, prima del romanzo di Orwell, anticipa di decenni temi scottanti come l’ingegneria genetica, la standardizzazione dell’individuo e un nuovo modello di dittatura, non imposta con la forza e le punizioni violente, ma con il soddisfacimento di ogni bisogno superficiale delle masse.
La sua lettura, già di per se spunto di molteplici riflessioni, risulta ancora più completa se abbinata alla seconda parte, “Ritorno al mondo nuovo”: non si tratta di un sequel, ma di un vero e proprio saggio, scritto dallo stesso Aldous Huxley nel 1958, nel quale si prendono in esame, uno per uno, i temi del romanzo, e per ciascuno di essi, si approfondiscono sviluppi presenti e futuri, analizzando quello che si è realizzato e in che misura, e quello che a un’analisi ragionevole potrebbe ancora realizzarsi.
L’impatto con “Il mondo nuovo” immaginato da Aldous Huxley, così chiamato da una frase di Miranda ne “La Tempesta” di Shakespeare, è abbastanza difficoltoso per il lettore: il romanzo inizia, infatti, con una lunga descrizione di un laboratorio di ingegneria genetica. È lì che, in un futuro ipotetico, gli embrioni vengono sottoposti ai trattamenti chimici atti a condizionarli prima ancora della nascita, che avviene “in vitro”. Non esistono più genitori né gravidanze o parti, e usare il termine “madre” è altamente sconveniente. Gli embrioni vengono classificati in cinque categorie, a seconda del tipo di lavoro che sono destinati a svolgere, e sottoposti a un corrispondente condizionamento, quale unico mezzo possibile per far loro accettare condizioni di vita che, altrimenti, risulterebbero insopportabili. Una dittatura “soft” schiaccia l’umanità non con la costrizione, ma con la soddisfazione di ogni desiderio voluttuario, a partire dal sesso, che viene inculcato a forza già nei bambini. La cultura, ovviamente, è bandita: niente musica né arte, condizionamenti negativi fin dalla prima infanzia per associare sensazioni sgradevoli ai libri e ai fiori. L’unica forma di arte permessa è il “cinema odoroso”, uno stimolo sensoriale che non significa assolutamente niente ma contribuisce alla pace mentale degli individui. Se, poi, i nervi rischiano di andare fuori controllo, c’è sempre il “soma”, una droga innocua che ha il solo risultato di obnubilare la mente.
In questo mondo di solo piacere, però, a volte qualcuno si pone delle domande. È il caso di Bernard Marx, un
“errore di programmazione”
che, a scopo rieducativo, viene spedito in vacanza, insieme alla bella Lenina, in una terra selvaggia abitata ancora da uomini del
“vecchio mondo”.
Lì conoscono John, il Selvaggio. L’impatto dapprima dei due con questo mondo “antico”, e, in seguito, di John con il Mondo Nuovo, ha conseguenze potenzialmente devastanti per la società.
Se, leggendo “Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo”, senza trascurare la prefazione all’edizione del 1946 e il commento finale di Alessandro Maurini, avrete avuto l’impressione che Aldous Huxley stia in qualche modo descrivendo non un futuro ipotetico, ma un quadro abbastanza preciso della nostra situazione attuale, vuol dire che, ancora una volta, un’opera distopica ha raggiunto il proprio scopo: farci riflettere sugli errori che abbiamo commesso e stiamo ancora commettendo. Non vi sembra? Provate a guardare meglio.
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