

Lettere ad una stella
- Autore: Elena Mora
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2006
Una madre che per vincere il dolore del distacco arriva ad immaginare che suo figlio sia diventato una stella, sia emigrato in un posto lontanissimo, non localizzabile, verso il quale però è ancora possibile indirizzare lettere colme di confidenza e di dolore. Solo grazie a questo stratagemma della mente, Elena Mora è riuscita a rivivere il dramma che ha sconvolto la sua famiglia: la morte del figlio Alessandro e di tre suoi amici, in un incidente stradale. "Lettere ad una stella" è una testimonianza vera, sincera, in alcune pagine davvero straziante. Un libro-verità che rompe un tabù e tenta di infrangere il silenzio che troppo spesso aleggia attorno al fenomeno delle cosiddette "stragi del sabato sera". Le parole piene d’amore contenute in queste pagine trasportano il lettore nel dramma e gli domandano di fare un po’ di compagnia ad Elena e a tutti i genitori che, come lei, hanno dovuto sperimentare un dolore tanto grande e misterioso. (Note di copertina)
L’autrice, Elena Mora, ci presenta personalmente il suo libro:
Sono Elena Mora, l’autrice del libro "Lettere ad una stella", edito da Curcu & Genovese nel 2006. E’ un libro che non avrei mai voluto scrivere, ma che mi ha salvato da qualchecosa di più grande di me, qualcosa che ancor’oggi non capisco e non mi so spiegare. E’ una storia vera, è la storia di mio figlio che è volato in Cielo. Nell’aprile del 2003 un pauroso incidente stradale, ha stroncato quattro giovani vite, la solita strage, l’asfalto rosso, l’ecatombe delle strade...
Tra di loro, il mio adorato ragazzo di soli 19 anni compiuti il mese prima. Io che ho sempre amato scrivere, mi sono buttata così senza convinzione in una scrittura risultata poi salvifica. Ho ripercorso la mia immane tragedia sfogandomi sulla mia povera tastiera, cancellandone con la frenesia alcune lettere... Gli ho scritto di giorno, di sera, nelle notti insonni... L’ho immaginato lassù aldilà di tutto, aldilà del nostro umano dolore, ho ricordato con lui il nostro meraviglioso tempo, ho continuato a riempirlo d’amore con messaggi e annedoti simpatici della sua breve vita e... devo dire che sono stata bene, quasi non m’avesse mai lasciata. Così è nato questo libro, per caso, per disperazione forse, per mantenere un contatto seppur virtuale con lui che è diventato la mia stella... Alle lettere ho alternato il racconto dell’evento che me l’ha portato via e di quello che è stata la vita della mia famiglia nei tre anni successivi. Come si fa a sopravvivere ad un così grande dolore???
di Marielena
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Sono la mamma di Nadia morta assieme ad Ale in quella assurda tragedia che ha sconvolto la nostra vita quel 27.04.2003. La mia bimba, la più piccola del gruppo infatti aveva solo 18 anni, è quella che nel libro viene chiamata Gianna la sua piccola amica. Con Elena siamo diventate, per assurdo, amiche, anzi consuocere, perchè i nostri ragazzi avevano avuto un flirt alle scuole medie, dopo questa tragedia. Ho vissuto con lei il travaglio di questo libro.
E’ un libro crudo, forse a volte fa male, ma racconta in maniera veritiera le sensazioni, la "non" vita dopo la morte di un figlio. Leggerlo mi ha aiutato a tirare avanti e ogni tanto lo prendo in mano.... E’ uno di quei libri che rimangono in pianta stabile sul mio comodino.... Ciao Annamaria Mattei..
Ciao,sono Francesca,mi riesce molto difficile parlare di tutto ciò: caratterialmente sono una persona molto aperta,solare e raramente non dico o dimostro quello che penso....in questo caso non importa come sono nella vita perchè è impossibile descrivere quello che provo...il protagonista di questo libro era mio nipote..il figlio di mia sorella..praticamente il mio "fratellino"...avevo 8 anni quando è nato........ Cosa posso dire? Non sono riuscita neanche a finirlo il libro...sò che mia sorella scrive molto bene..e provo una grande ammirazione per ciò che ha fatto e che fà tutt’ora..e le auguro di continuare così con tutta l’energia che la distingue dal resto del mondo.... un bacio
In genere, per come dovrebbe essere il corso normale della vita, nessun genitore dovrebbe andare al funerale del proprio figlio, quando questo succede....o impazzisci di dolore e ti chiudi in te stesso, lasciando fuori tutto e tutti, o esterni al massimo il tuo dolore - parlandone parlandone parlandone...fino a scriverne. Pur essendo scritto su una tragica esperienza, trovo in questo libro la forza di una grande mamma e donna che nonostante tutto ha scelto e voluto andare avanti, anche quando le forze venivano a mancare. Grande ammirazione per questa nuova scrittrice, le consiglio di continuare a scrivere...ma le prossime volte solo argomenti di fantasia...credo che per la realtà abbia già "dato" anche troppo. Auguri