Lettori si cresce
- Autore: Giusi Marchetta
- Genere: Scuola
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2015
"Ho imparato a leggere a cinque anni. E’ la cosa più importante che mi sia successa nella vita" (Mario Vargas Llosa)
Solo chi ha passato moltissimi anni a scuola, avendo come obiettivo quello di trasmettere ai ragazzi il piacere della lettura come patrimonio personale prezioso, può apprezzare in pieno lo sforzo e l’entusiasmo che Giusi Marchetta mette nel suo lavoro quotidiano, testimoniato con grande efficacia narrativa nel suo bel libro “Lettori si cresce”.
Il volume è stato pubblicato da Einaudi con una copertina color arancio, come la vitamina che si dà ai ragazzi per aiutarli a crescere, in questo caso per aiutarli a nutrire la loro mente diventando lettori abituali, in una Italia dove le statistiche ci pongono in fondo a tutte le possibili classifiche, senza apparente speranza di riscatto... Eppure si deve agli insegnanti più sensibili e coraggiosi, più determinati e colti, più motivati e intraprendenti, la possibilità di creare nuove generazioni per le quali la lettura non sia un compito triste imposto dalla scuola, ma il piacere della scoperta di realtà che aprono la testa, che confortano, che aiutano a decifrare il mondo e a vivere meglio.
Giusi Marchetta si rivolge a un suo alunno, Polito, che non legge nulla, è ostile alla pagina scritta per principio, insomma uno dei tanti nostri alunni di scuola media che affollano demotivati e annoiati le aule delle nostre scuole, interlocutori atoni, muti, spesso ribelli e ostili, quando non irragionevolmente violenti, verso insegnanti che devono costruire strategie innovative e intelligenti per sfondare il muro di indifferenza e di lontananza che si trovano a fronteggiare.
Nel libro di Marchetta c’è il racconto di come si può fare, di quali mezzi si possono mettere in campo, di come si può ricostruire un rapporto fiduciario con l’alunno apparentemente perso, di quanto sia importante l’autorevolezza costruita sul campo dall’insegnante.
Marchetta sa, e lo sappiamo tutti, che Calvino, Il giovane Holden, Zeno Cosini e Mattia Pascal, Jack Frusciante, Delitto e castigo e tanti altri classici della lettura a scuola non funzionano più, soprattutto non per tutti: in una classe di venticinque persone ci sono altrettante teste e personalità, e non è detto che tutto sia adatto a tutti.
Ecco allora l’insegnante, entusiasta lettore onnivoro, capace di leggere e conoscere diversi generi, diverse forme di linguaggio, dal fumetto al graphic novel o al manga, dall’e-book al formato tradizionale, dal videogioco al film, dal fantasy al noir, disposto a suggerire ed incoraggiare la lettura libera, magari leggendo ad alta voce in classe, a seconda dei gusti e delle inclinazioni del lettore che è necessario scoprire e far emergere in ogni studente che è prima di ogni altra cosa una persona in crescita.
L’autrice sa bene che imporre libri fatti di parole a ragazzi che sempre più appaiono come analfabeti di ritorno è arduo se non impossibile…
“Cosa dovrebbero apprezzare in un testo che non capiscono e in cui non si riconoscono? Come possiamo pretendere che si godano l’ironia di alcune pagine quando nella loro vita non ce n’è traccia? Che si emozionino attraverso le parole quando le parole sono sempre meno veicolo di emozione e sempre più un codice che devi tradurre sforzandoti e, spesso, uscendone sconfitto?”
Se è vero che per anni ci si è appropriati del testo di Pennac che afferma il diritto di non leggere sostenendo che la lettura non richiede imperativi, Marchetta nel suo ragionare su un tema così impegnativo arriva a diverse conclusioni: leggere sopporta l’imperativo, purché si trovi la chiave giusta per penetrare in un mondo che la società odierna ha scelto di tenere chiuso (con la cultura non si mangia, a che serve leggere e via banalizzando):
Rivolgendosi dunque al suo immaginario (ma molto reale) giovane interlocutore, Marchetta scrive:
“(Leggere) È un ordine, sì. È la società che te lo impone: la tua ignoranza, il tuo vocabolario scarso, la tua incapacità di capire il contenuto di un testo o di un discorso, insomma il tuo analfabetismo di ritorno, minacciano te stesso e poi tutti noi che abbiamo a che fare con le conseguenze di questa tua difficoltà nel decifrare il mondo. Per il bene di tutti, tu e i tuoi coetanei dovete imparare a leggere”.
Nel libro vengono raccontate molte esperienze vissute dall’autrice: da quella intensa e coinvolgente con i ragazzi del carcere minorile di Torino, a quella con la ragazzina romana, viziata e arrogante che affascinata dalla lettrice Giusi chiederà di dividere con altri ragazzini la sua nuova conquista, un libro.
L’incontro con gli adulti (genitori, presidi, colleghi) mostra quanto sia difficile il dialogo con mondi che apparentemente si sono distanziati in questi anni di sottocultura televisiva, di trash, di libri scritti dal primo volto sportivo o televisivo capace di fare profitto immediato, adulti non lettori e quindi incapaci di essere testimoni credibili di un’abitudine che non fa parte della loro vita.
Le citazioni di libri nel testo sono tante e tutte stimolanti, dai disprezzati e dimenticati Salgari, alle fiabe di La Fontaine, da Le streghe di Roald Dahl, imperdibile, alle fiabe tradizionali, Hansel e Gretel, a Huckleberry Finn… Insomma Marchetta nel corso dei capitoli del suo saggio, dai titoli ben definiti (leggere non serve a niente, leggere è andare in bicicletta, chiudere le scuole per amore dei libri) ci accompagna in un breve viaggio nel mondo degli adolescenti con l’entusiasmo di chi ha scoperto che l’indifferenza, l’apatia, la noia di fronte alle parole scritte si possono sconfiggere, indicando strumenti, strategie, atteggiamenti che sono l’unica vera riforma possibile della scuola e della società odierna.
Il mio ringraziamento a un’insegnante più giovane, ha l’età di mia figlia, che ha raccolto i semi che molti di noi hanno gettato negli anni passati.
Lettori si cresce
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