L’iguana non vuole
- Autore: Giusi Marchetta
- Genere: Scuola
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2011
Giusi Marchetta è una giovane insegnante napoletana, ha studiato, si è abilitata, da Napoli ha dovuto trasferirsi a Torino, dove ha insegnato in un liceo come insegnante di sostegno. Chi parla di scuola, che si occupa di scuola e di insegnanti dovrebbe leggere questo libro con attenzione prima di esprimere le sue idee e sparare giudizi sul mondo della scuola pubblica italiana di oggi.
“L’iguana non vuole”, pubblicato nel 2011 da Rizzoli, è un romanzo-verità, durissimo e difficile: nelle sue pagine si incrociano i drammi, pubblici e privati, di una generazione il cui slogan più noto è “Ci hanno rubato il futuro”.
La protagonista, insegnante di lettere di liceo disoccupata, viene chiamata per un anno al Liceo Artistico Bernini di Torino, e in un momento lascia la famiglia, gli amici, il compagno Gianni per trasferirsi al nord e prendere immediatamente servizio al liceo. Lì però non insegnerà latino, ma avrà un posto come insegnante di sostegno, per cui ha frequentato un corso di formazione, e le viene subito assegnato Andrea Riccardi, un ragazzo con un handicap psicologico che lo rende violento, rabbioso, aggressivo: un grave problema per l’incolumità psicofisica della classe in cui è inserito, gravissimo per la nuova arrivata che subito viene ritenuta non adeguata al suo incarico. La storia si dipana lungo tutto l’anno scolastico, con tutti i problemi di rapporto fra i docenti, con i genitori, con il personale della scuola, con gli studenti: la classe dove si rifugia Andrea è una specie di microcosmo dove gli insegnanti di sostegno cercano di recuperare ad una sorta di normalità ragazzi con gravissimi disturbi, nell’aggressiva indifferenza di troppi colleghi, che la dice lunga sulle difficoltà infinite a cui sono sottoposti insegnanti giovani, sottopagati, occupati in modo ultraprecario in incarichi che non sono quelli scelti e per cui si erano preparati. Nel liceo artistico di Torino si costruiscono oggetti d’arte e Andrea si concentra sulla confezione di un animale verde, un iguana, che diventa il centro del suo mondo psichico, su cui concentra tutte le sue energie. Quando l’insegnante capirà l’importanza che l’oggetto ha assunto nella testa del ragazzo, riuscirà finalmente a comunicare e ad avvicinarsi a lui: l’iguana non vuole, sarà la parola magica per impedire ad Andrea di fare e farsi del male. Ma i prezzi che la giovane donna paga sono altissimi: una nevrosi sempre più evidente che le fa vedere ovunque serpenti che le strisciano accanto, un malessere psicologico irrefrenabile, la difficoltà di comunicazione e di dialogo con i colleghi, troppo lontani da lei, la solarità del clima napoletano che ha dovuto lasciarsi alle spalle, i soldi che non bastano mai, in una Torino gelida e senza calore umano. Però, più di tutto, il senso di inadeguatezza di chi fa l’insegnante oggi, nella scuola italiana, con il taglio dei fondi, con la presenza di alunni difficili, problematici, stranieri, è descritta da Giusi Marchetta con un linguaggio realistico e simbolico ad un tempo. Le immagini che ci regala sono, soprattutto per chi è stato nelle aule italiane, una fotografia drammatica di una realtà troppo complessa da riassumere, ma troppo difficile da affrontare con i pochi mezzi a disposizione per chi con grande dedizione mette in gioco la propria vita affettiva oltre che professionale.
Una citazione dal libro, del quale ringrazio di cuore la giovane autrice, che chiarisce in modo sintetico cosa vuol dire fare l’insegnante oggi:
“E’ come un pesce nel mare questo ragazzo. Lo sono tutti. Noi insegnanti ci navighiamo sopra, ogni tanto ne peschiamo qualcuno. Ma non sappiamo nulla di quello che succede sotto, di come questi pesci vivono in branco.”
L'iguana non vuole
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