Lezioni private
- Autore: Helene Grimaud
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Editore: Bollati Boringhieri (collana Varianti)
Come può il talento di Hélène Grimaud, enfant terible del panorama musicale internazionale costretta a sostenere il peso degli impegni, spesso logoranti, di una carriera di pianista di altissimo livello, convivere con una sensibilità inquieta e acutissima? (Note di copertina)
I titoli possono trarre in inganno. Lezioni private, scritto da una pianista, potrebbe collegarsi immediatamente a memorie, ricordi, consigli sui propri studi, sul proprio passato, su come applicarsi allo strumento: una via di mezzo tra il diario del musicista e il manuale del pianista.
Non è la direzione intrapresa da Hélène Grimaud: Mi sono svegliata affamata, così esordisce e parrebbe un incipit di Gide o di Camus. Si chiarisce così, immediatamente, che non è un volume di didattica musicale, ma un viaggio sospeso tra l’immaginario ed il reale. Complice un momento di stasi delle proprie capacità ri-creative, scatta la necessità del viaggio. E la mente, la memoria, il cuore riportano nell’Europa nativa, mediterranea. Così il percorso si snoda con tappe a Roma, Assisi, Venezia, Como e poi, con maggior ansia, la Svizzera ed infine Amburgo, patria di Brahms e luogo dell’incontro finale, liberatorio e rivelatore.
Non è solo il viaggio, a ritroso, di formazione. Quel viaggio tipico tra Sette ed Ottocento, con partenza dal gelido nord Europa per ritrovare l’Italia dell’arte, della cultura e del clima affascinante. Qui il viaggio inizia proprio nel cuore culturale dell’Italia e non si compie attraverso la conoscenza dei principali monumenti, ma anche e soprattutto di incontri: suore, novizie, donne alla ricerca di altro, anziani saggi, uomini non più giovani che han perso o ritrovato parti importanti della propria vita. Accanto all’incontro, alla lezione privata, quasi alla ripetizione per una scolaretta dotata ma con la testa altrove, c’è la musica senz’altro e, soprattutto, la natura. Ed è ambiente allo stato puro, introspettivo: è quel momento magico in cui la natura è parte di se stessi ed ormai non è più inscindibile. Quel magico istante nel quale si comprendono i pilastri viventi sui quali si fondano le leggi che regolano le cose attorno a noi, pilastri abili nel camuffarsi e sparire. Ma che una volta rivelati non si scindono più dal nostro essere. Si vede così lo spazio circostante non più come un gigantesco formicaio umano fatto di orari, appuntamenti, luoghi comuni, necessità di sola apparenza, ma un mondo nel quale accanto all’uomo c’è la natura: con il suo perpetuo cammino, le sue luci, i suoi tramonti, il riverbero di particelle nell’aria, il delinearsi dei contorni, l’incontrarsi con gli animali. Il lupo è parte fondamentale nella vita di Hélène Grimaud: il lupo con il proprio complesso codice di comportamento e la propria esigenza di rispetto che significa esigenza di libertà.
Ad Amburgo l’autrice giunge dopo aver incontrato la saggezza del maestro, guida silenziosa ed amorevole, la ricerca di chi crede nella bellezza della vita, la disperazione di chi ha subito la sconfitta d’amore, il disincanto greve di chi non ritrova nella vita quotidiana l’ideale. Ed infine, nella città anseatica, chi ha saputo comprendere che l’ideale è una volontà irraggiungibile, è quel tassello, quel mattone che occorre porre ogni giorno per rendere migliore la propria esistenza, per donarle senso e permetterle di aprirsi sempre più alla vita, unica, e al dono dei propri talenti.
Scritto con lucida tensione, denso di richiami filosofici, etici e sociali, non stanca in un solo istante, ma avvince. E si vuole proseguire ancora questo dialogo mediante l’ascolto, il suono del pianoforte per ritrovare, nelle esecuzioni di Hélène Grimaud, quella medesima lucidità e fiducia nell’uomo… (nonostante tutto!)
Lezioni private
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