Liberare il tempo. Paul Bley e la trasformazione del jazz
- Autore: Paul Bley, David Lee
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
Ricordiamo Paul Bley come uno dei grandi della storia del Jazz per il quale i confini stilistici e gli ostacoli alla voglia di mettersi in gioco non sono mai esistiti.
Grande strumentista e instancabile innovatore e sperimentatore, il pianista canadese (Bley era nato il 10 novembre 1932 a Montréal, in Canada, muore a Stuart, Florida, Stati Uniti, il 3 gennaio del 2016) è stato bopper lambendo successivamente il free jazz, l’avanguardia, l’elettronica (in quest’ultimo caso scontentando molti tra i puristi del jazz), e suonando in molte formazioni con i più grandi nomi del jazz: Charlie Parker, Lester Young, Ben Webster, Charles Mingus e la sua orchestra, Jimmy Giuffre, Steve Swallow, Don Cherry, Ornette Coleman, Charlie Haden, Billy Higgins, e via dicendo.
"Non c’è niente di più difficile che spingere davvero una musica ad andare al di là dei propri limiti. Io lo so, perché ci ho provato."
Queste parole di Bley sono rivelatorie della sua indole di grande "trasformatore del jazz".
Dalla lettura di Liberare il tempo - Paul Bley e la trasformazione del jazz (Quodlibet, 2022, traduzione di Antonio Zambrini), lavoro autobiografico del pianista canadese Paul Bley, scritto assieme allo scrittore e contrabbassista americano David Lee, emerge inequivocabile una circostanza: quanto originale, inclassificabile e sfuggente come musicista abbia saputo essere Bley.
Scrive Stefano Zenni nella prefazione al libro che egli "è stato un pioniere del free jazz sul pianoforte, si è avventurato prima di tutti nell’improvvisazione con i sintetizzatori, ha esplorato in modo spregiudicato la multimedialità audio-video, ha guidato la Jazz Composers Guild, la prima associazione di jazzisti d’avanguardia, ha gestito una casa discografica indipendente, la Improvising Artists Inc.
Si intrecciano tra le pagine del volume vicende esistenziali (dai primi anni a Montreal alla scoperta di essere stato adottato al matrimonio con Carla Bley, pianista, direttrice d’orchestra e compositrice, che Paul sposerà nel 1957) e artistiche (dall’arrivo a New York all’incontro con Charlie Parker ai viaggi, nei primi anni Sessanta, in Europa).
Ancora esplicative della sua grande statura di innovatore, le parole di Bley che chiudono il libro:
L’unica cosa che ci serviva sapere sul futuro della musica per piano solo era cosa non fare, vale a dire quel che era già stato fatto prima.
La domanda sul “cosa fare dopo”:
È ancora aperta, non ci sono precedenti. Uno dei motivi per cui incido così tanto è che non ho ancora trovato la risposta.
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