Livello scarlatto. Cult movies dell’horror italiano
- Autore: Antonio Tentori
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
I saggi di Antonio Tentori sul “cinema-bis” non si contano. Antonio Tentori è colui che ha descritto più di tutti i “generi” del cinema italiano, con una predilezione per il filone thriller-horror, onore e vanto dell’industria nazionale che fu. L’ultimo suo libro ha un titolo da brividi – “Livello scarlatto. Cult movies dell’horror italiano”, come da brividi sono la copertina (in cui campeggia una Barbara Steel dagli occhi insanguinati…brrrr) e i film che racconta: classici e classicissimi dello schermo rosso-sangue. Il cinema prerogativa di Dario Argento, Lamberto Bava, Aristide Massaccesi, Lucio Fulci, per fermarmi ai venerati maestri. Quello che ha fatto storcere il naso alla critica engagè ma ha quasi sempre inchiodato lo spettatore alla poltrona. Nelle sale di tutto il mondo, come se non bastasse. Se inquadrato da un’ottica tricolore, il livello scarlatto è dunque un “marchio di fabbrica”. Un segno indelebile che poco o nulla lascia all’immaginazione, prendendo le distanze dal manicheismo dell’horror americano. Credo che la prima differenza tra lo spaghetti-horror e l’horror di stampo USA, stia proprio nel taglio affatto rassicurante del primo. Nello iato rintracciabile all’interno del tour de force mentale, più ancora che visivo, cui è costretto lo spettatore – nel corso e alla fine del film - al netto della coccola rassicurante dell’happy and. In altre parole: il livello scarlatto sta nella forza con cui il genere dell’orrore all’italiana riesce a prendere a sganascioni il pubblico (vedi gli zombi o i cannibalistici) senza garanzie, mandandolo a casa con le inquietudini ed i terrori compresi nel prezzo del biglietto (“vai tranquillo ma bada che non è finita”). L’horror italiano è (stato) un genere spudorato, imperfetto e senza pretese ma in grado quasi sempre di centrare il bersaglio grosso del botteghino e dell’intrattenimento allo stato puro: pochi mezzi, molti brividi e altrettante trovate registiche. “Livello scarlatto” di Antonio Tentori è dunque un saggio robusto per cinefili robusti e senza pregiudizi. Per mezzo di accurate schede critiche - che se non sono “madeleine” al retrogusto di sangue, poco ci manca - evoca la stagione irripetibile degli horror-movie all’italiana senza mandarle a dire. Il metro dell’efficacia di questo libro si misura anche con il fatto che dopo averlo letto viene voglia di correre a riguardarsi i film. Ogni scheda è corredata dalla riproduzione B/N del relativo manifesto originale (insieme a certi flani da strizza autentica, valevano da soli il prezzo del biglietto) e viene pubblicato dalle Edizioni Crac.
Livello scarlatto. Cult movies dell'horror italiano
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