Lo strano caso dell’apprendista libraia
- Autore: Deborah Meyler
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2014
- Leggi le prime pagine del libro qui
“Mi piace andare in libreria. É il mio paradiso: qui non mi devo mettere alla prova, come sono costretta a fare di continuo alla Columbia”.
Esme Garland è una giovane inglese di ventitré anni che vive a New York, a Broadway in uno studio “due locali con bagno”. La giovane ha vinto una borsa di studio alla Columbia University (“sto prendendo un dottorato in storia dell’Arte su Wayne Thiebaud”). Esme è affascinata dall’atmosfera newyorkese nella quale i grattacieli spiccano “così netti contro la luce del sole che sembrano ritagliati da un bambino sul cartoncino nero”. Nella città che non dorme mai la luce è limpida, così come le persone.
Ma la vera passione di Esme è La Civetta (The Owl), una piccola (larga poco più di tre metri, con al centro una scala che porta al mezzanino) e caratteristica libreria situata nell’Upper West Side il cui proprietario gentile e laconico, “alto e un po’ curvo”, si chiama George. La Civetta appare una vecchia libreria sgangherata ma in realtà “brilla come un gioiello scuro in una strada luccicante”. Non è facile notare il piccolo negozio ma, nonostante ciò, la libreria ha radici profonde nella città.
“La Civetta è piccola, e di sicuro è molto malandata, ma è piena di nobili intenzioni”.
C’è chi dice che la civetta impagliata appesa a un ramo d’albero che sporge da un muro di volumi abbia visto passare Herman Melville, Hemingway e anche Walt Whitman. “E Poe abitava tre isolati più a nord”. È una leggenda metropolitana, perché la libreria con quella sua aria “di comoda trasandatezza” è nata nel 1973.
“Il pianterreno è pieno di libri ammassati qua e là, che ogni tanto mi diverto ad ammassare di nascosto”.
Esme ha una relazione con Mitchell, insegnante di Economia, che “fa parte dell’alta società newyorkese vecchio stampo”. Il trentatreenne, che è stato a Yale e ha preso il dottorato alla London School of Economics, durante una pausa pranzo dal lavoro con una breve frase liquida il loro rapporto: “... Lo sappiamo entrambi che tra noi non funziona...”. Esme sente il mondo crollarle addosso, perché ha appena scoperto di aspettare un figlio da Mitchell.
“Non posso avere un bambino adesso. Proprio non posso. Un dottorato alla Columbia non si può prendere nei ritagli di tempo”.
La ragazza è disperata, sola a New York e abbandonata dal fidanzato. Tutto sembra perduto fino a quando Esme si ritrova davanti alla libreria La Civetta che espone in vetrina un cartello sbilenco scritto a penna: CERCASI AIUTO. Un segno o un prodigio.
“Sei il ritratto della nostra commessa ideale”.
Lo strano caso dell’apprendista libraia (titolo originale del volume The Bookstore, Garzanti, 2014, traduzione di Claudia Marseguerra) è il delicato esordio di Deborah Meyler, autrice libraia, che con questo romanzo ha scritto una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti dei libri e delle librerie. Tutte quelle librerie indipendenti, piccole, polverose, piene di volumi che sprigionano un penetrante e rassicurante odore di carta che ancora sopravvivono grazie alla tenacia dei loro proprietari e di tutte quelle persone che le frequentano per parlare e conoscersi. Proprio come accade nella libreria La Civetta.
“Penso che le librerie dureranno, in una forma o nell’altra. Anzi mi piace pensare che potrebbe esserci anche una rinascita”
ha dichiarato in un’intervista pubblicata alla fine del volume l’autrice inglese, nata a Manchester, che ha lavorato in due librerie indipendenti di New York.
Il libro, che in poco tempo è diventato uno straordinario caso editoriale grazie al passaparola, venduto in dieci paesi, descrive quell’iniziale senso di spaesamento e disagio che pervade ogni straniero che sbarca in una nuova città.
“Secondo me quando uno straniero arriva a New York per la prima volta sente un forte senso di riconoscimento, perché si sono visti tanti film, spettacoli televisivi e fotografie su questa magnifica città. Si cercano i punti di riferimento e i luoghi più noti, e ci sono tutti”
precisa la Meyler. Esiste anche La Civetta, cercatela se andate a New York, è un posto pieno di magia nel quale tra pile di polverosi libri e l’inconfondibile odore di inchiostro possono nascere amicizie inaspettate e amori impossibili.
“Ci sono diverse sezioni classificate con etichette di vecchia data, ma confluiscono incessantemente l’una nell’altra come seguendo i flussi della marea: la mitologia si infiltra nella storia, i gialli si mescolano alla religione, mentre la sezione femminista è perennemente minacciata dall’invasione dei libri erotici dallo scaffale di sopra”.
Lo strano caso dell'apprendista libraia
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Ho adorato questo libro dalla prima all’ultima pagina. Ricco di passione per i libri, di sentimenti e di rapporti umani. Vorrei che tutti i libri mi piacessero così!