Londra on the river di Michele Monina

Ediciclo Editore 2012 - Se questo tascabile ha gli angoli arrotondati come le famose guide turistiche Chat@win, non è davvero un caso. Londra on the river di Michele Monina, infatti, documenta una vera esperienza di viaggio in bicicletta (per la precisione su due folding bike pieghevoli: dei monopattini da valigia!) di un padre e un figlio alla scoperta di una grande metropoli: Londra (e vicini dintorni).

Un itinerario da ripercorrere pedalando, cercando i riferimenti e le sensazioni descritte nelle pagine… ma sempre con le mani ben poggiate sul manubrio e la dovuta attenzione alla strada!
Un’esperienza che potrebbe sembrare un po’ minimalista (Londra meriterebbe centinaia di pagine e di percorsi), ma che si rivela sicuramente molto piacevole.
Lo stile adottato è quello del diario condito da frequenti digressioni, ora personali ora didascaliche, che, con un linguaggio semplice e colloquiale, riesce a far sentire il lettore il terzo aggregato al gruppo, viaggiatore e ciclista anche se comodamente seduto in poltrona.
Forse, ciò che manca a questo libro, proprio per la sua intenzione di offrire riferimenti precisi, è una cartina (sarebbe andata bene anche una di quelle molto semplificate) che aiuti ad individuare meglio fermate e percorsi. Questo anche se, deviazioni a parte, l’itinerario descritto è piuttosto lineare, visto che il cammino affianca il Tamigi da est a ovest.

Accanto all’aspetto pratico si inserisce poi un altro interessante piano di lettura: la musica rock. Da autentico appassionato del genere, l’autore Michele Monina invita a sottolineare le pagine ascoltando un’ideale colonna sonora composta da famose band londinesi: Sex Pistols, Clash, Pink Floyd, Robert Wyatt… Brani rigorosamente in tema con i luoghi, come quando davanti alla famosa Battersea Power Station che ispirò la copertina di “Animals” dei Pink Floyd mette sul piatto il vinile proprio di Gilmour & co.
Tra questi pensieri a voce alta, colloqui e soliloqui, non mancano neppure le visite d’arte ad alcuni dei tanti musei gratuiti della Londra, come quelli che ospitano le opere dei Preraffaelliti, stavolta, però, con l’amata bici parcheggiata fuori.