Luccicante come una pentola
- Autore: Amélie Nothomb
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Voland
- Anno di pubblicazione: 2022
È tornata da poco nelle librerie una scrittrice che non ha bisogno di presentazioni: Amélie Nothomb, vincitrice del Premio Strega Europeo di quest’anno insieme alla sua traduttrice italiana Federica Di Lella.
Ed è tornata non con un romanzo, ma con una raccolta di cinque brevi racconti dal titolo Luccicante come una pentola, come sempre edito per i tipi di Voland che lo ha inserito nella collana Finestre, nella traduzione di Federica Di Lella, con illustrazioni di Kikie Crêvecoeur.
In realtà i testi sono stati pubblicati per la prima volta insieme nel 1999 col titolo originale Brillant comme une casserole tranne uno che è un inedito, e ora sono usciti con una speciale dedica dell’autrice al padre, Patrick Nothomb, morto nel 2020.
Sono storie che nel contenuto sembrano non avere nulla in comune, ma con la caratteristica da fiaba e una morale che da fa collante e che si può sintetizzare in questo modo: non omologarsi a una società che ci pretende tutti uguali. Osare un po’ di più. Inoltre, la forza ironica travolgente le completa come una bella cornice su un quadro surrealista.
Si inizia con Leggenda forse un po’ cinese, dove il principe Pin Yin, erede di un magnifico Impero in Cina, abitante nell’altrettanto magnifico Palazzo delle nuvole dopo la morte del padre deve giocoforza prendere moglie. Stanco e annoiato però di vivere nella bellezza e nella magnificenza non sembra molto entusiasta né dell’idea di sposarsi e nemmeno dell’idea scontata di unirsi a una fanciulla che deve essere ovviamente bella. Infatti il corteo di pretendenti che sfila davanti ai suoi occhi sono così. O meglio, quelle che lui vede sono le donne ritratte dal pittore di corte che le dipinge perfette, senza difetti e che poi le mostra al principe. Fino a che l’artista incontra una fanciulla che vuole essere ritratta per quella che è veramente.
Nella seconda storia, L’olandese ferroviario, un sessantenne solitario di Bruxelles che va a Parigi in treno una volta alla settimana per fare un’ora di lezione al Collège de France, racconta di un giorno di due anni prima dove nel viaggio di ritorno a casa nel suo vagone fa la strana conoscenza di un uomo che sa parlare tutte le lingue, compresa quella dei sordomuti, e quando capisce che questi è olandese non si stupisce perché appartiene
“a quel popolo di grandi viaggiatori che fu uno dei primi a scoprire il paese del Sol Levante.”
Fino a una conclusione dove di scontato non c’è nulla.
Il terzo racconto, Di migliore qualità, parla di un serial killer di casalinghe e “giovani servette di ristoranti pulciosi”, Ernest Blouch, diventato tale per noia.
“Pensava che assassinare una donna al giorno potesse dare un senso alla sua povera vita”
fino a quando fa un salto di qualità nei suoi omicidi dopo aver bevuto un unico e costoso bicchiere di Bordeaux al ristorante: gustandolo capì quanto è importante il godimento spirituale. Insomma, la qualità prima che la quantità.
Nel penultimo L’esistenza di Dio – forse il più strepitoso dei cinque – dove si pensa di indire un referendum per stabilire se in Europa la gente creda oppure no all’esistenza di Dio.
Intanto, nonostante i sorrisi e le battutine, fu istituita una sottocommissione di redattori. La formulazione dei quesiti sollevò dibattiti burrascosi quanto quelli del Concilio di Trento. I membri della sottocommissione decretarono che bisognava agire per le vie traverse: chiedere direttamente alla gente se fosse pro o contro l’esistenza di Dio sarebbe stato troppo brusco.
Le discussioni tra il promotore del sondaggio e chi invece ha dei dubbi non solo sull’idea ma anche sulle domande da porre e come porle ai cittadini sono esilaranti e il finale meta letterario lo è ancora di più.
Conclude la raccolta Luccicante come una pentola, la storia dal titolo Water music, dove una bambina di nome Ondine vive in Terra Adelia e ha tutto: una tv con lo schermo gigante, i computer più moderni, non va a scuola, possiede tutti i giocattoli che esistono, è libera come l’aria, eppure è infelice perché vive in un mondo senza acqua, senza flora e senza fauna. Fino a che un giorno arriva in visita uno zio, un miliardario che se ne va in giro per il mondo col suo jet privato e le offre la soluzione dalla conclusione magica. Una conclusione sorprendente come tutte le precedenti, e con Amélie Nothomb non poteva essere che così.
Recensione di Alessandra Piras
Il tratto saliente (o se volete il filo rosso) dei libri di Amélie Nothomb è l’irriverenza contigua alla rivisitazione perfida dei generi narrativi. Si considerino i racconti da poco confluiti nella raccolta Luccicante come una pentola.
Il primo (Leggenda un po’ cinese) demistifica in tono a tratti ilare le stereotipie della tradizione fiabesca (principi e principesse senz’ombre, psicologizzati con l’accetta).
Il secondo parodia, sin dal titolo (L’olandese ferroviario), il mitismo sviluppato intorno alla leggenda dell’Olandese volante.
Nel terzo (Di migliore qualità) con una malignità ulteriormente provocatoria, si de-patologizza il movente recondito ai delitti di un omicida seriale.
E se Amélie Nothomb fosse allora la parente scomoda dell’empireo ingessato-ombelicale della narrativa d’autore? E se a dispetto della patina nichilistico-svagata dei romanzi, Amélie Nothomb stesse in realtà dettando in progress le coordinate per il romanzo sociale 2.0. e oltre? Verve formale, fiotti di anticonformismo e zero ipocrisie: dialoghista imbattibile, sottotraccia alle sue meta-storie, la Nothomb propone una critica dell’essere umano e dei costumi da fare invidia ai pamphlet più lucidi e vigorosi. C’è poco da ridere sul fatto che il mondo vada a puttane, in assenza per giunta di ultime parole famose. Nothomb riesce a riderci su, pur senza astenersi dalla denuncia. Una risata vi seppellirà, vaticinavano gli indiani anti-sistema del Settantasette italiano, e in certo qual modo Amélie Nothomb a sua volta: la
meno supponente versione post-punk delle espressioni narrative contemporanee.
Luccicante come una pentola detta passi e tempi narrativi da foxtrot e urtica, d’altro canto, come un porcospino, se mi si passa la metafora animalesca. Poco più di 100 paginette demistificanti per il resoconto paradossale dei paradossi del mondo. In L’esistenza di Dio c’è aria di freudismo (Dio come ideazione consolatoria dell’uomo) e comicità alleniana (si promulga un referendum per stabilire se Dio esiste o meno), e Water Music si connota infine come ulteriore e lapidaria fiaba post-moderna.
In Luccicante come una pentola le storie che luccicano sono in tutto cinque: brillanti e spigolose, confermano la forza attrattiva e la vena demistificante di Amélie Nothomb, scrittrice-cult con pieno merito.
Recensione di Mario Bonanno
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