Luna d’Atlante di Giuliana Borghesani

Il mistero di una sacerdotessa del deserto

Un popolo alla ricerca della terra promessa: Atlas, il monte azzurro che sorge dalla terra. Una piccola tribù seminomade, proveniente dalla Mesopotamia o appartenente alla Fenicia, alla ricerca di una terra fertile dove potersi fermare per continuare a vivere tutti insieme. In questo viaggio sono guidati da Dahira, giovane veggente e sensitiva, la prescelta dalla dea Luna, la grande Madre. Alla morte dell’anziana sacerdotessa Bursa, venerata dal suo popolo che viene a mancare durante la migrazione nel deserto, Dahira è pronta a prendere in mano le sorti del suo popolo, a proteggerli e portarli a destinazione.

Il viaggio nel deserto, pieno di insidie e pericoli, si intreccia con il racconto della vita della vestale Bursa, il cuore della storia. Durante il tragitto Dahira propizia con il rituale della danza auspici e fortune, affronta le incombenze di una lunga marcia e assiste impotente all’assalto dei predoni del deserto, gli sgherri del Nero (il Signore crudele e incontrastato) che con i suoi uomini minaccia tutte le popolazioni del deserto. Il Nero ha un pensiero ossessivo: voler eliminare Bursa, la sacerdotessa che può contrastare i suoi sogni di grandezza e di potere assoluto; l’unica donna che lo conosce profondamente. E’ un despota feroce, privo di umanità, conscio che il suo popolo con la testa china è ubbidiente al comando ma che può anche nutrire sentimenti d’odio.

“Il Nero sapeva bene cosa poteva fare un solo uomo, benché misero, senza armi, se la passione della libertà lo pervade e lo infiamma tanto da propagare in tutti la stessa aspirazione. A niente valgono le armi di un manipolo di scherani, agguerriti e malvagi, contro un popolo tutto che si ribella e insorge.“

Dopo il massacro i pochi sopravvissuti sono pronti a riprendere il cammino ma Dahira non ha più forze, è impaurita e spaventata.

“Una rinascita dopo la distruzione, non si stupiva se la prendevano come punto di riferimento per decidere dove andare e se nei suoi consigli riponevano le speranze di salvezza e di successo.“

Bursa, sotto spoglie differenti, è sempre accanto a lei e con le manifestazioni di sapienza e conoscenza l’aiuta a prendere decisioni con fermezza e autorità e le invia in soccorso il vecchio cieco Maleq. Maleq è come l’antica quercia che con le sue radici protegge e difende il suo popolo. Dahira trarrà forza e tenacia dall’animo per continuare il cammino lungo la via che la porterà ad Atlas, la terra sognata, quella terra che all’orizzonte appare azzurra ed evanescente e che per tutti sembra un sogno irrealizzabile.

Un viaggio non privo di colpi di scena che coinvolge il lettore a tal punto che non riesce a staccarsi dal libro. La scrittrice Giuliana Borghesani in Luna d’Atlante inserisce gli elementi narrativi che definiscono l’intreccio del libro una storia antica: la predestinazione, la magia, la volontà degli dei, l’imprevisto, i nemici del popolo, i sogni premonitori e il pericolo, amalgamandoli sapientemente in un trama letteraria di straordinaria autenticità e bellezza. In alcuni tratti la lettura ha la forza evocativa del mito dei viaggi e dei viaggiatori dell’antichità, come Mosè con il popolo ebraico o come Ulisse e il suo ritorno ad Itaca. Alcuni temi trattati possono fornire riflessione anche per la nostra attualità: il deserto descritto nel libro che nell’antichità aveva accolto le prime civiltà, oggi vede alcuni popoli lottare proprio per la riconquista della loro terra, come il popolo Saharawi, del Sahara Occidentale, costretto da anni a vivere in un campo profughi.

Giuliana Borghesani, veronese, è laureata in Lettere classiche ed è specializzata in archeologia preistorica. La passione e la competenza per il mondo antico le permettono di partecipare a numerosi scavi archeologici in tutta Italia. Collabora col Museo Civico di Storia Naturale di Verona ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche.