Magnifica
- Autore: Maria Rosaria Valentini
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2016
Un paese sperduto dell’Appennino abruzzese, una famiglia insolita, un incontro imprevedibile che cambierà il destino che appariva immobile di una donna, Ada Maria. “Maginifica”, il bel romanzo di Maria Rosaria Valentini, appena pubblicato da Sellerio, racconta una storia che coinvolge soprattutto le donne, legate fra loro da rapporti affettivi intensi, profondi: Eufrasia ha un brutto rapporto con il marito Aniceto, un rospo, con il quale genera, senza amore, due figli, Ada Maria e parecchi anni dopo Pietrino.
La primogenita fa da mamma amorosa al fratello, mentre la madre si consuma in una profonda infelicità causata anche dall’assenza del marito, legato all’amante Teresina, una donna che si concede dapprima a molti uomini, poi, invece, al solo Aniceto. Ada Maria dopo la morte della madre si occupa della casa, del fratello, della sopravvivenza visto che il padre è sempre lontano, a caccia o a casa della ormai ufficiale compagna, che è comunque donna aperta e generosa. In una delle sue gite in cerca di frutti e verdure Ada Maria si spinge alla Faggeta, una radura impervia folta di vegetazione, dove le sembra di scorgere un’ombra dalla quale resta profondamente turbata. Siamo nel 1956, e quell’ombra non è un fantasma, ma un uomo, un soldato tedesco sbandato che, ferito, non ha abbandonato la tana in cui aveva trovato rifugio alla fine della guerra e dove vive come un eremita. Presto inizia un rapporto fra la ingenua Ada Maria, e l’uomo, Benedikt, a cui, all’insaputa di tutti, la ragazza si affida, si concede, fino a restarne incinta. La bambina che nascerà si chiamerà con il nome della nonna, anzi del soprannome che la figlia le aveva attribuito, Magnifica.
La storia di queste donne, Eufrasia, Teresina, Ada Maria, Magnifica, e dei loro uomini, Pietrino, Benedikt, Leandro, viene scritta da Magnifica con la penna che il figlio Andrea, ormai adulto, le ha lasciato in eredità.
Un racconto lungo che attraversa la storia e le generazioni, una sorta di epopea femminile che dice del coraggio, della capacità di superare per amore ogni ostacolo, ogni pregiudizio, ogni barriera sociale.
Ada Maria è forte e libera, riesce vivere il suo amore con determinazione, consapevole di essere anticonformista, nello scegliere come madre adottiva l’amante di suo padre, Teresina. Nel libro l’amore gratuito circola libero, la strana famiglia accoglie tutti, e gli stessi paesani, bigotti e superstiziosi, accettano la diversità, la libertà, quasi come un dono. Pietrino, custode del cimitero del paese, stabilisce lì il suo rapporto con i morti continuando a farli vivere, coltivando il loro ricordo, senza preclusioni, senza vendette.
La lingua usata da Maria Rosaria Valentini è straordinaria: un italiano colto, alto, letterario, molto espressivo, pieno di costruzioni complesse, di termini specifici del mondo contadino che fa da scenario alla narrazione: fiori, piante, alberi, insetti, farfalle, ciascuno viene chiamato con il proprio nome, quasi un elenco prezioso che parla della ricchezza della natura all’interno della quale i personaggi si aggirano, dove vivono i sentimenti che legano in modo potente i diversi personaggi; cibi poveri, galline spennate, il rito dell’uccisione del maiale, le uova appena fatte, il brodino, le pagnotte fresche, le olive, le pesche mature sono il vivere quotidiano, mentre vecchi mestieri, cucire, ricamare, lavorare all’uncinetto, mostrano una vita ancora arcaica, anche se ci avviciniamo alla fine del secolo scorso, in un paese che appare fuori dal tempo.
Ada Maria, nel momento in cui sta per fare l’incontro che le cambia la vita,
“Vide ciò che già conosceva: i faggi affiancati l’uno all’altro, disciplinati, muti, con i rami che abbozzavano al verde di un nuovo fogliame. E tra i faggi, ogni tanto, si mischiava un abete a turbare l’ordine longilineo di quei tronchi... Il cielo si vedeva, ma in frammenti, in porzioni ben note a piche, colombacci, corvi, che Ada Maria sapeva riconoscere al loro passaggio”.
Lessico raffinato, insolito, l’uso di termini come “disciplinati, abbozzavano, longilineo” mostrano una ricerca del suono, dell’espressione mai banale, sempre fortemente simbolica. Non mancano espressioni dialettali, frasi intere nel tedesco di Benedikt che Ada Maria ben presto fa suo, le espressioni latine della liturgia, in un impasto linguistico che è il fascino principale di un racconto, bellissimo, una vera sorpresa, dove i colori - il rosso del sangue, il verde degli alberi, il bianco della pelle di Magnifica - mostrano una tavolozza simbolica dei sentimenti, come solo la letteratura sa dipingere.
Magnifica
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