Maladolescenza. Quello che i figli non dicono
- Autore: Maria Rita Parsi con Mario Campanella
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2014
Maria Rita Parsi, all’ennesimo libro sull’adolescenza, in "Maladolescenza. Quello che i figli non dicono" (Piemme, 2014) con l’aiuto di Mario Campanella lascia parlare proprio quindici giovani, mettendo un punto solo alla fine di ogni racconto. Seguire le storie non solo è interessante, ma anche didascalico.
- Salvatore
Salvatore è un Hikikomori, termine giapponese per definire quei ragazzi che non escono mai dalla propria stanza, dove giocano per oltre tredici ora con la Playstation. Il ragazzo ha zero relazioni con l’esterno, non va più a scuola, i rapporti con i genitori sono nulli. Maria Rita Parsi scrive:
"Il ritiro dalla società avviene gradualmente: i ragazzi appaiono sempre più infelici, perdono gli amici, parlano sempre di meno e assumono nel tempo atteggiamenti aggressivi (spesso nei confronti dei genitori).
Salvatore si sta curando.
- Giada
Giada è una bella ragazza, totalmente inserita nella società, non fosse che vomita tutto quello che mangia, rimanendo sul peso "ideale" di quarantacinque chili. Quando la madre se ne accorge si arrabbia moltissimo e comincia un percorso psicoterapeutico, in un nucleo familiare in cui padre e madre escono dalla indifferenza che attanaglia altre famiglie.
- Elisabetta
Elisabetta ha diciotto anni ma ha fatto sesso con oltre trenta uomini. Una ninfomane? No, perché il sesso non le interessa, anzi dopo aver sedotto il ragazzo preferirebbe non farlo, ma non sarebbe una conquista. Molto seduttiva, ridicolizza i suoi coetanei dall’alta della sua "esperienza", sembra odiarli nell’atto sessuale dove si dimostrano imbranati e inutili.
Allora prova con i quarantenni, ma quando uno di questi si innamora di lei, a brutto muso gli dice: "Che schifo, hai una figlia della mia stessa età".
L’autrice, anche per Elisabetta, fornisce ricette e consigli psicologici: è pur vero che la ragazza non potrà mai guarire del tutto da questo narcisismo estremo.
- Paolo
Paolo si fa di cocaina da tre anni, la spaccia in modo da non chiedere troppi soldi ai genitori che non si accorgono inizialmente di niente. Gli serve per sentirsi meno timido, per definirsi il capobanda della sua comitiva. I soldi fanno comodo e Paolo è totalmente anaffettivo: parla solo di soldi e cocaina. La parte dei sentimenti è stata completamente esclusa. Con il padre si diranno due parole a settimana. Anche qui arriva la consapevolezza e Paolo è in terapia.
Per gli altri protagonisti di "Maladolescenza" vi rimando al libro, perché di problemi gli adolescenti ne hanno tantissimi.
A me quello che più ha colpito è l’aridità di cuore di questi ragazzi, che non trovano tenerezza all’interno del loro guscio familiare.
Un libro per tutti, leggibile, bello, necessario.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Maladolescenza. Quello che i figli non dicono
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