Marble Heart
- Autore: Gretta Mulrooney
Ancora non tradotto in Italia, “Marble Heart” è l’intenso secondo romanzo dell’irlandese Gretta Mulrooney che fin dalle prime righe affascina il lettore coinvolgendolo nelle vite ordinarie di specialissimi personaggi fra cui spiccano la positiva Joan Douglas, dipendente ed amica di Alice Ainley, che gestisce una società di servizi e i loro numerosi e variegati clienti, di età diverse, ma tutti bisognosi di assistenza domiciliare.
La vicenda si svolge inizialmente a Londra e offre un’ampia galleria di esseri umani. Ciò che colpisce subito è l’umanità e i buoni sentimenti di Joan e Alice che aiutano, pur se per motivi professionali, altre creature rese fragili o dall’età avanzata o dalla malattia, come nel caso della quarantaseienne e benestante Nina Rawle, ex docente universitaria, prematuramente in pensione. Un fascino particolare emana la quarantenne Joan che svolge la professione con passione e autentico interesse, misurandosi quotidianamente con i problemi altrui e facendo sensatamente il confronto con la propria fortuna, esprimendo una sincera riconoscenza alla vita che a lei risparmia le gravose disavventure toccate ai suoi clienti, anche se terribili tempeste l’hanno già attraversata.
L’opera, articolata in capitoli titolati con i nomi dei protagonisti che colorano fortemente i fatti narrati (Joan / Nina/ Martin/ e così via), è esposta nella vivissima lingua contemporanea, prevalentemente in registro informale, arricchita di innumerevoli espressioni idiomatiche, che la rendono uno strumento straordinario di apprendimento della lingua inglese.
Niente è scontato in questo romanzo dove Gretta Mulrooney riesce a cogliere il lettore di sorpresa quando, attraverso le lettere che Nina Rawle indirizza all’amica irlandese Majella, scopre un personaggio del tutto inaspettato insieme al sospetto che la sua grave malattia sia di origine psicosomatica per i sensi di colpa che le tolgono il sonno a causa di gravi vicende, vissute durante la sua esperienza nordirlandese nella tarda adolescenza, quando frequentava un corso universitario d’italiano.
Interessante e realistico il personaggio di Finn, il classico affascinante borghese, travestito da rivoluzionario, che si presenta come il difensore del proletariato, infarcito di belle teorie che concilia male con la vita pratica e che influenza facilmente personalità ancora non del tutto mature, coinvolgendole in imprese assai discutibili e che lasciano tracce indelebili nell’animo fino a minarne l’equilibrio.
Delicato quello di Martin, l’ex marito di Nina, che si tormenta per essere tagliato fuori dalla vita della moglie, senza riuscire a comprenderne il perché e che il lettore conosce prima attraverso le parole di lei, quando gli scrive una delle sue lettere e poi attraverso il narratore onnisciente che ne rivela la generosità e la capacità di dedizione alle persone che ama.
Le sorprese non mancano anche per quanto riguarda Rich, il fidanzato che Joan incontra in seguito ad una segnalazione radiofonica.
Attraverso le lettere di Nina arrivano però le più agghiaccianti rivelazioni relative alle vicende svoltesi a Belfast, città in guerra, per cui l’atmosfera cambia totalmente e quasi si ha l’impressione di leggere un’altra opera, assai diversa dall’iniziale “Marble Heart”, venato di ottimismo sulle genuine potenzialità dell’animo umano, che ricordano, per certi versi, situazioni deliziosamente descritte anche da Doris Lessing in “The Diaries of Jane Sommers”.
Un cenno va fatto alla colonna sonora creata dalle numerose allusioni a canzoni popolari irlandesi che rendono le scene a Belfast particolarmente efficaci.
Un’opera capace di suscitare forti emozioni e tormentate riflessioni sulle responsabilità personali.
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