Massimo Girotti
- Autore: Roberto Liberatori
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2023
Massimo Girotti era un grande attore italiano che ha segnato la storia del cinema e del teatro del nostro Paese, attraverso un lunghissimo lasso di tempo che nella accurata e documentatissima biografia di Roberto Liberatori, appena pubblicata da Edizioni Sabinae, fa rivivere, per chi non lo ha conosciuto, il mito di un uomo schivo, appartato, bellissimo, sensibile, colto e profondo.
Girotti ha legato il proprio nome a film importanti, spettacoli teatrali che hanno lasciato un segno profondo, sceneggiati televisivi che lo hanno reso popolare presso il grande pubblico; per la mia esperienza personale cito Ossessione, Senso, In nome della legge, Teorema, I Promessi Sposi, Il segno del comando, La finestra di fronte: il primo titolo e l’ultimo sono l’esordio e il coronamento di una carriera tanto più strepitosa quanto vissuta sempre con il riserbo di un uomo di grande e dignitosa signorilità.
Roberto Liberatori, l’autore del saggio, ripercorre minuziosamente tutta la parabola del successo del giovane sportivo nuotatore che per la sua bellezza, il fisico atletico e allenato, lo sguardo del bravo ragazzo venuto dalle Marche, dove era nato nel 1918, viene notato e scelto da Blasetti per interpretare La corona di ferro, il film con cui inizia la sua quasi casuale carriera cinematografica.
Girotti infatti era uno studente d’ingegneria, veniva da una famiglia di farmacisti, e nei suoi programmi non figurava certo il cinema. Eppure dopo il primo successo non mancarono una serie di proposte che accettò, diventando in breve tempo un attore cercato, scritturato, ammirato.
Nel libro l’autore, seguendo la vicenda cronologica della carriera di Girotti, ne descrive anche la vita privata, sempre lontana dal set e dai riflettori, data la grande timidezza e la consapevolezza di essere arrivato alla notorietà senza un’adeguata preparazione teorica. Si deve soprattutto all’incontro con Luchino Visconti, la maturazione professionale che lo resero, nei due film capolavoro, Ossessione e Senso, il grande attore che abbiamo conosciuto e apprezzato.
Poi Massimo Girotti lavorerà con tutti i registi più grandi, ma non disdegnerà parti minori purché di qualità; piccole partecipazioni in grandi produzioni internazionali, penso a Ultimo tango a Parigi, quando il grande Bernardo Bertolucci lo vuole vicino a Marlon Brando, e i due attori si trovano a confrontarsi alla pari, con grande meraviglia dello stesso Girotti, sempre intelligente e modesto.
A fianco della partecipazione a film di successo, ad altri quasi dimenticati, che oggi è possibile ritrovare in rete; penso a In nome della legge di Pietro Germi del 1949, da non perdere, Massimo Girotti si è trovato vicino a partner importanti, Lucia Bosè, Maria Callas, Ingrid Thulin, Alida Valli, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, riuscendo a essere sempre convincente, giusto, significativo.
Con il suo consueto understatement ha detto di sé:
Se le mie interpretazioni hanno originato anche un sol filo di umanità……allora è stato davvero un successo.
Frase riportata in epigrafe al libro che nel ripercorrere una storia esemplare, illumina attraverso la vita professionale di Massimo Girotti un lungo pezzo di storia italiana, dal 1939 all’anno della sua morte, a quasi ottantacinque anni, nel 2003.
Aveva appena finito di girare il suo ultimo bellissimo film, La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek, nel quale ci regala il personaggio dolente dell’ebreo Davide, in piena dominazione nazista della capitale.
Malgrado i problemi cardiaci che lo stavano consumando, la sua presenza sul set, la sua professionalità, puntualità, aderenza alle direttive del regista, preparazione, confermavano fino alle ultime fasi del lavoro quanto grande e significativa era stata la presenza sulla scena di questo attore così originale nel panorama italiano, più simile ai grandi nomi della cinematografia americana, Gary Cooper o Gregory Peck, antidivo per carattere, naturalmente elegante nel portamento, legato profondamente alle sua famiglia e alle sue origini, come un normale professionista borghese.
Le sue case, che ho avuto la fortuna di frequentare, lo rispecchiavano; oggetti preziosi per il loro significato, tanti libri, sempre giornali per tenersi informato, pochi amici scelti e selezionati. Nel libro viene a lungo ricordata la moglie Marcella, consigliera preziosa e madre dei suoi due figli, troppo presto mancata. Ma anche la amata casa di Torre di Palme, che lo riportava alle sue radici marchigiane, anche questa venduta troppo presto.
Ricchissima la bibliografia, le foto, l’elenco dei film, dei registi degli sceneggiatori, dei colleghi che hanno vissuto con Massimo la fase più ricca e proficua della storia del cinema e del teatro nell’Italia del secolo scorso.
La foto di copertina, su uno sfondo verde, fa risaltare il “volto dalla bellezza apollinea” che ha fatto sognare le sue tante ammiratrici nei numerosi film di successo; ma fa altresì ricordare ai più giovani la serietà di una carriera tutta basata sullo studio, l’impegno, l’armonia.
Una storia esemplare che Roberto Liberatori ha tratteggiato con umanità e ammirazione dell’uomo Massimo, dell’attore Girotti, del protagonista di sessant’anni di storia dello spettacolo italiano.
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