Mato Grosso
- Autore: Ian Manook
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2018
Dopo la trilogia di Yeruldelgger, Ian Manook si allontana dalla Mongolia e si sposta verso il Brasile ove hanno luogo le vicende di "Mato Grosso" (Fazi, 2018) in uscita in questi giorni nelle librerie italiane.
Il libro di questo autore ci conduce in terre lontane, da Manook visitate, e ne racconta in modo così intenso come ad invitarci a viaggiare.
Ritrovava il Brasile trent’anni dopo…
Uno scrittore di fama, Jaques Haret, fa ritorno in questa terra dopo molti anni. Nonostante i successi dovuti al suo romanzo letto un po’ in tutto il mondo, parte del suo cuore è particolarmente legata quel paese in cui Jaques aveva trascorso un periodo intenso della sua vita. Gli eventi hanno luogo, appunto, con trent’anni di distanza (1976 e 2006) nelle città brasiliane di Petropolis e Caceres, vicino alle sponde del Pantanal, in una natura lussureggiante e in parte incontaminata, popolata da tanti esemplari di onça, il giaguaro, di sucuri, l’anaconda, di giboia, il boa constrictor ma, soprattutto di jacaré, il caimano che popola le acque del grande fiume, pronto a divorare innumerevoli prede, tra cui anche l’uomo. Da esso trae il proprio nome il protagonista e voce narrante del romanzo.
“Jaques Haret? Sì, certo, foneticamente è il jacaré, il caimano vero? In realtà è uno pseudonimo. L’ho scelto per il suo suono e perché il caimano era il mio animale feticcio durante le mie avventure brasiliane!”
La vicenda pare avere un inizio glorioso per Haret che poco tempo prima aveva ricevuto questo invito:
Il Circolo letterario di Petropolis sarebbe felice che lei accettasse di venire a presentare il Romanzo brasiliano ai suoi membri…
Non un attimo di esitazione, dunque, per l’autore che, giunto in Mato Grosso, scopre di essere ospitato in quella che era stata l’ultima dimora del grande Stefan Zweig e di riposare proprio nella stanza in cui lo scrittore, molti anni prima, si era tolto la vita assieme alla giovane moglie. Un onore o una strana, inquietante combinazione? D’altronde anche le vicende da Haret romanzate sono angoscianti: i personaggi, come lui stesso ammette, hanno un nome diverso ma assai somigliante alla loro personalità: fra essi, spiccano, per l’autore, l’elemento positivo e amato, la donna che lui chiama Angèle e Santana, simile a Satana, personaggio malefico.
Haret, nel suo Romanzo brasiliano, fa un racconto che pare quasi una confessione: lui, o meglio, il protagonista della narrazione si è macchiato d’un crimine grave e incancellabile. Il male genera altro male e la lettura del Romanzo ferirà i veri protagonisti della storia i cui nomi celati sono , in realtà, Blanche, vera passione di Haret un tempo giovane giornalista e Figueiras, ispettore di polizia. La vita in quei trent’anni è andata avanti ma i ricordi si rivelano spesso troppo dolorosi per essere sopportati: c’è chi ne scrive, c’è chi invece, dopo averne letto, si toglierà la vita e chi, ancora vorrà metter ordine in un passato impietoso.
La prima parte del romanzo è dedicata più che alle intense vicende, alla descrizione quasi in dettaglio della lussureggiante giungla brasiliana e non si percepisce l’atmosfera più cupa nonostante alcune verità siano già manifeste.
Tra i personaggi principali qualcuno, però, vuol far chiarezza e ottenere giustizia e a questo è dedicata la seconda parte del libro che finalmente tiene gli amanti del thriller con il fiato sospeso.
"Mato Grosso" è un romanzo pieno di sensazioni, odori, luce, colori ; è come un viaggio su strada esotica disseminata da numerosi personaggi sia nativi del luogo sia venuti da lontano. Molto si vive d’istinto e
La ragione non esiste in Brasile
dice il protagonista, il cui comportamento si lascia, per parte della vicenda, trasportare da passione, ossessione, rabbia e gelosia, sensazioni che pervadono la storia.
Manook , attraverso la trama del libro, porta inoltre a riflettere sul valore e sulla funzione della scrittura . È possibile uccidere a parole? Pare proprio di sì e saranno ancora queste ultime, anche poche, anche simboliche a determinare il destino dei protagonisti, addirittura la loro fine.
Addentriamoci, dunque, come l’autore, nella “giungla” delle vicende del romanzo e lasciamo che siano le stesse a catturarci.
Mato grosso
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