Mea Culpa. Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me
- Autore: Fabrizio Corona
- Genere: Storie vere
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2014
Mea Culpa. Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me (Mondadori, 2014) è la storia di un personaggio controverso con una vita incredibile. Fabrizio Corona, il gladiatore che ne ha combinate di tutti i colori, scrive questo libro potente, che inizia in modo esaltante per poi perdersi un po’ nelle pagine finali.
Il racconto comincia con la fuga in Portogallo quando aveva capito che sarebbe stato arrestato per finire in prigione per undici anni. Molto bella e disperata questa parte che rivela lo spirito guascone di Corona che si costituisce a Lisbona, dopo aver guidato per tre notti e tre giorni.
Il carcere di Busto Arsizio è il primo che Corona conosce: divide la sua stanza con un marocchino spacciatore e un altro ragazzo. Nemmeno lo spazio per girare tutti e tre, la necessità di non impazzire, di trovare un proprio spazio anche psichico per capire come declinare i giorni da passare in cinque metri quadrati. Fabrizio Corona continua a fare allenamenti, non rinuncia ai suoi muscoli, non legge anche se da un anonimo gli arrivano centocinquanta libri recenti. Ha smesso di bere, vede chiaro la sua vita fatta di foto rubate, di notti brave, di discoteche, di sesso. Anzi sulla questione del sesso scrive fare l’amore (uno immagina un linguaggio da gladiatore, invece) parlando della sua ex moglie, Nina Moric, molto bella, un matrimonio retto fondamentalmente sulla passione e della relazione triennale con la star del momento, Belén Rodriguez.
Il libro contiene molte lettere, indirizzate alle persone più importanti: chiaramente la più belle sono alla madre, all’ex moglie e alla ex fidanzata, già citate.
A Nina scrive:
"La tua voglia di fare tutto insieme, la convivenza, il matrimonio, la gravidanza, Carlos e poi la società aperta con i tuoi soldi, intestata al cinquanta per cento a testa. La mia smania di diventare qualcuno, la mia furbizia, la mia intelligenza, la tua notorietà, la tua grande bellezza. La nostra storia al centro della cronaca rosa, dai programmi tv ai rotocalchi. La fortuna sfortuna di avere tutto subito: il successo, l’amore, la fama e i soldi. Maledetti i soldi"
Nelle abitudini del carcere arriva un’ulteriore mazzata. Corona deve cambiare carcere e finisce all’Opera di Milano, dove vivacchiano mafiosi e camorristi e c’è un’aria più spartana rispetto al carcere di Busto Arsizio.
Corona si adatta anche a questa nuova condizione, facendo palestra, aspettando notizie dall’avvocato. C’è molto materiale e la recensione potrebbe durare di più, ma avevo il bisogno di dire qualcosa sulla scrittura.
Il gladiatore non ha il PC, quindi scrive con la penna e si fa correggere e mettere su Word le parole dal fratello giornalista.
Quanto c’è del vero Corona nel libro?
Credo si tratti di discussioni che arriveranno anche in tv: Corona è il nuovo Balzac? Tutta un’operazione commerciale? A me il libro è piaciuto.
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Come si fa a comprare un tale libro? E come si fa a leggerlo e, orrore tra gli orrori, recensirlo?
Ho capito che lei ritiene sia solo un prodotto commerciale, se non peggio.
Rispetto la sua opinione. Saluti.
Vincenzo Mazzaccaro
Concordo in pieno con Aurelio. Personaggio squallido e libro che è "monnezza" pura. Chi lo compra e lo legge alimenta questo sistema. Povera Italia.