Memorie di un vecchio giardiniere
- Autore: Reginald Arkell
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2011
In una mite mattina d’autunno nel periodo dell’anno che Herbert Pinnegar prediligeva, l’anziano uomo seduto sul letto con la schiena appoggiata sui guanciali dalla finestra del suo cottage “vedeva il parco della Grande Villa”. Dentro al giardino che aveva curato per oltre sessant’anni di onorata carriera la foschia dell’alba, si stava tramutando in pioggerella leggera. Il parco non era più come un tempo, anche per mancanza di mano d’opera, però bisognava ammettere che il giardino non era più lo stesso da quando non era più lui a curarlo. Il pensiero di Vecchia Gramigna come lo chiamavano i giovani lavoranti del parco ritornava al passato, al suo lungo operoso periodo di gloria quando si aveva l’orgoglio del proprio lavoro e il giardinaggio era un impegno a tempo pieno.
Bert Pinnegar non si era mai sentito “un salariato che lavorava per guadagnarsi la pagnotta”, lui il giardino “se lo sentiva suo”. Aveva imparato il mestiere dal vecchio capo – giardiniere il signor Addis. Ora qualcuno osava dire che l’epoca dei grandi giardini privati fosse terminata per sempre con la fine del vecchio mondo, tramontato dopo la II Guerra Mondiale. Non era così, il mondo non era iniziato forse con un giardino?
In una bella mattina di maggio di circa ottant’anni prima, quando l’era vittoriana era al tramonto, la moglie del bovaro aprendo la porta del suo cottage aveva trovato per terra avvolto in una vecchia gonna di cotone, un neonato. Donna di buon cuore e madre di sei figli la signora Pinnegar aveva allevato Herbert come se fosse stato suo. Il bambino fin da piccolo aveva avuto una spiccata predilezione per i fiori selvatici, la flora e la fauna aiutato in questo dalla sensibilità della maestra del villaggio Mary Brain. Grazie alla vittoria ottenuta durante una gara floreale, Bert aveva catturato la benevolenza e l’attenzione della giovane signora Charteris che gli aveva dato l’opportunità di lavorare nel giardino della sua villa. Era nata così la sua straordinaria carriera all’interno di un giardino dell’Eden, dove assistere al mutare delle stagioni, era un vero spettacolo della natura: il precoce arrivo della primavera inglese con le sue giunchiglie, l’estate dove “le bordure sbocciavano a ondate”, l’autunno con il suo profumo di crisantemi e il lungo inverno dove le piante del giardino riposavano in attesa del risveglio. Capo giardiniere, “Decano delle giurie” perché eminente e rispettato giudice di esposizioni florovivaistiche in tutto il territorio nazionale, Bert si dilettava nel coltivare le piante più insolite e nell’offrire alla sua datrice di lavoro le primizie della serra. La signora Charteris e il suo capo giardiniere spesso lavoravano insieme e formavano una strana coppia: la prima aveva una buona preparazione tecnica appresa sui libri, il secondo la sua preparazione l’aveva basata sulla pratica essendosela costruita con il sudore della fronte.
Nel frattempo gli anni erano passati in fretta, nel nuovo secolo le cose erano cominciate a cambiare: era morta la regina Vittoria e il Principe di Galles era diventato Re d’Inghilterra con il nome di Edoardo VII ma l’effimera raffinatezza del periodo edoardiano sarebbe stata breve. Incombevano alle porte ben due Guerre Mondiali. Mutavano i tempi e mutava anche il parco, del resto Vecchia Gramigna aveva compreso subito che
“Il mestiere del giardiniere è il più frustrante che esista, però la soddisfazione è pari alla fatica”.
Vedere sbocciare un fiore, merita lo sforzo.
L’inglese Reginald Arkell (1882 - 1952), poeta, giornalista, scrittore, autore di musical e di volumi dedicati al giardinaggio con Memorie di un vecchio giardiniere (titolo originale del volume Old Herbaceous. A Novel of the Garden) pubblicato per la prima volta nel 1950 e proposto in Italia da Elliot nel 2011, ci dimostra che l’arte del giardinaggio è una vera e propria filosofia di vita.
“Un raggio di sole entrò da una finestra del cottage e illuminò un trofeo dorato vinto a un’esposizione, facendolo risplendere come un’orifiamma. Il Vecchio Gramigna sorrise felice”.
Memorie di un vecchio giardiniere
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