Mille passi controluce di Valerio Baselli

Mille passi controluce (Cicorivolta, 2012) è una raccolta di racconti, dieci per l’esattezza. I personaggi che popolano queste storie hanno nomi ed età diverse, ma si capisce che potrebbero essere la stessa persona, magari in differenti fasi della propria vita. Ci sono solo due racconti su dieci che sono evidentemente slegati dagli altri.

Il titolo prende spunto dal primo racconto, che forse assieme all’ultimo (Gli anni splendenti - diaro di un normale adolescente poeta) è il più significativo della raccolta.

I temi affrontati sono svariati: amicizia, amore, droga, sesso, famiglia, politica. Ma forse, il tema ricorrente in questi racconti è quanto sia difficile crescere come esseri umani e trovare il proprio posto nel mondo. Le speranze, spesso disattese, che in alcuni casi sono troppo pesanti da superare.
Così, si passa dai sogni in serie di Alex, che viaggia veloce sulle strade milanesi in sella alla sua moto, alla disperazione rabbiosa de Il Lupo. Si ride di gusto ai litigi senza tempo dei due bidelli amici-nemici e ci si fa venire la tachicardia leggendo la folle corsa contro il tempo di Francesco, che deve raggiungere Via degli Ulivi prima della polizia. Si condividono i dubbi e le speranze di un ragazzo quasi innamorato, seduto su di una panchina in un parco popolato da gatti randagi, e si diventa uomini, o quasi, leggendo il diario di Stefano, giovane poeta, perso tra un’adolescenza drogata e la scoperta del mondo.

La cosa che mi è piaciuta di più di questo libro è l’alternanza degli stili di scrittura. In alcune novelle, l’autore usa la prima persona, in altre utilizza una voce narrante.
Inoltre, ho apprezzato la varietà delle forme comunicative. Baselli passa da una scrittura ironica e surreale a pagine crude e davvero realistiche, ad altre ancora poetiche e romantiche. Ci sono dei racconti che non lasciano speranza al lettore, il quale si deve arrendere alla bruttezza della vita. Altri, al contrario, raccontano di personaggi che ce la fanno, nonostante tutto.
Lo stile di scrittura è fluido, accattivante, e le 152 pagine scorrono via davvero facilmente.
Consigliato!