Mio zio, Paolo VI
- Autore: Chiara Montini
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
“Mio zio, Paolo VI” (Morcelliana Editrice 2019) di Chiara Montini, è il ritratto intimo e privato di Giovanni Battista Enrico Antonio Maria Montini (Concesio, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo, 6 agosto 1978), 262º vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica con il nome di Paolo VI, primate d’Italia e 4º sovrano dello Stato della Città del Vaticano a partire dal 21 giugno 1963 fino alla morte, redatto dalla nipote Chiara, laureata in Pedagogia all’Università Cattolica, che ha svolto attività di archivista presso La Scuola Editrice, ora presso l’Archivio storico diocesano di Brescia e collaboratrice con l’Istituto Paolo VI.
Sono passata dall’infanzia all’adolescenza, dagli anni sereni, fiduciosi e spensierati di me bambina alla consapevolezza spesso faticosa e non facile di appartenere ad una famiglia importante e impegnativa: non era facile portare il cognome Montini, non sapevo mai come sarei stata accolta: se apprezzata o criticata, ammirata o denigrata, invidiata o derisa.
Chiara Montini, figlia del medico Francesco Montini, fratello minore di Giovanni Battista Montini, diventata adulta, aveva compreso che appartenere a una famiglia di un certo peso, comportava doveri e privilegi. La giovane Chiara, cresciuta durante gli anni inquieti della contestazione, “anni in cui tanti valori furono messi in discussione, sovvertiti e rigettati”, aveva deciso che era meglio “mettersi al riparo”, celare e quasi sotterrare sempre più profondamente le radici familiari.
Soltanto con il trascorrere degli anni, Chiara Montini, diventando un po’ più “forte e sicura” aveva capito che non poteva mascherare né tanto meno negare il dono unico e singolare che le era toccato. Quindi era sorto in lei il dovere di condividere “questa eredità” con chi non aveva avuto la gioia e la fortuna di conoscere, incontrare e frequentare lo Zio Battista.
In queste poche, ma preziose pagine l’autrice apre il cassetto della memoria familiare, partendo dal giorno in cui Don Battista, allora sostituto della Segreteria di Stato, in un giorno luminoso del dicembre 1951, nella piccola cappella del suo appartamento in Vaticano, aveva benedetto l’unione dei suoi genitori, Francesco e Camilla Cantoni Marca. Fu sempre Zio Battista a battezzare la neonata Chiara, a impartirle la prima comunione e la cresima insieme alla sorella maggiore Elisabetta. Però, i ricordi più cari sono legati alle vacanze trascorse insieme al futuro Papa, che era molto affezionato alle sue amate nipotine come mostra la tenera fotografia della copertina. La meta delle “nostre vacanze familiari” era diventata la Svizzera. A Melchtal, un piccolo paese nel Canton Obvaldo, Svizzera tedesca, lo Zio si divertiva a costruire castelli con le carte da gioco per Chiara ed Elisabetta mentre la loro mamma preparava, su esplicita richiesta dello Zio, la Crème caramel.
Per lui noi eravamo le “nipotine”, le “bambine”. Lui per noi semplicemente e affettuosamente lo Zio don Battista.
Nel 1963, Giovanni Battista Montini veniva eletto Papa e la famiglia di Chiara pur molto contenta era consapevole di aver perso una persona cara, di essere stati privati di un loro familiare.
La signora Montini dipinge un ritratto inedito dello Zio Battista, colto nella vita di tutti i giorni, svelando che dietro la sua figura ieratica e a volte austera vi era un uomo ricco d’affetto, cordiale, paziente e sempre disponibile, dotato di umorismo contraddistinto da una vena di sottile ironia. Le belle foto alla fine del volume arricchiscono una narrazione sincera di una nipote certa che il ricordo di quei lontani momenti “mi riempie ancora oggi di grande serenità”.
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