Mogli e concubine di Su Tong

Su Tong, originario di Su Zhou e attualmente residente a Nanchino, è uno degli scrittori cinesi contemporanei più noti in Cina e all’estero. Tra le sue opere più famose è sicuramente da ricordare Mogli e concubine, un romanzo ambientato nella Cina di primo ‘900, in un contesto tradizionalista in cui si perpetuano usi e costumi antichi. Nel 1991 il regista cinese Zhang Yimou basa un film su questa drammatica storia, Lanterne rosse, che gli fa vincere il Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia, ed è proprio in seguito a tale successo che il romanzo viene tradotto anche in italiano e pubblicato dalla casa editrice Theoria nel 1992.

- Chi è la tua preferita? - chiedeva spesso Songlian a Chen Zuoqian mentre erano coricati a letto - Quale ti piace di più di noi quattro? - Tu, naturalmente - rispondeva lui.

La protagonista del romanzo è Songlian, una giovane studentessa cinese, che dopo la morte del padre, per non cadere in miseria decide di rinunciare agli studi e diventare la quarta moglie del ricco Chen Zuoqian. Nella dimora patriarcale, dove è interamente ambientata la storia, Songlian entra subito in conflitto non solo con le altre tre mogli che cercano di ottenere i favori e la considerazione del marito, ma anche con la sua domestica, che è evidentemente più che infastidita dal ruolo che deve ricoprire. La vita nel palazzo Chen, dunque, non è affatto facile e, anche se in un primo momento sembra che Songlian sia la favorita, ben presto la giovane donna si rende conto di quanto sia inutile la competizione con le altre concubine e ciò la porta a fare scelte che segnano il suo destino.

Se rifletteva sulla sua vita, le appariva un gran vuoto. La sentiva allo stesso tempo reale e irreale, come fosse anche lei coperta dalla stessa neve che era fuori.

Un romanzo, che si legge tutto d’un fiato, in cui una storia coinvolgente ci permette di conoscere una Cina dove il passato conservatore è ancora dominante ma per la prima volta si intuiscono i primi segnali di emancipazione. Songlian è l’incarnazione di questa fase di passaggio: dai suoi atteggiamenti si evince la sua emancipazione, non ultima la sua scelta finale, il suo modo di ribellarsi alla società.