Mr. Jones e lo Zoo della Torre di Londra di Julia Stuart

"Mr. Jones e lo Zoo della Torre di Londra" di Julia Stuart (Corbaccio, 2011) è una storia ben raccontata, con tenerezza e sorrisi, con curiosità storiche affascinanti e personaggi indimenticabili.
L’ambientazione, la Torre di Londra, con i suoi secoli di storia, i suoi fantasmi e i suoi miti, è certamente già da sola in grado di attirare l’attenzione del lettore: se poi aggiungiamo un protagonista accorato e pieno d’amore, attorniato da una quantità di persone che vengono seguite nei loro vari e diversi movimenti e sentimenti con una cura e una partecipazione appassionata, e mescoliamo a tutto questo la capacità straordinaria di creare novità da parte di un’orda di animali vari, otteniamo questo stupefacente romanzo.

Lo spunto è davvero geniale: perché non trasferire gli animali che la regina ha ricevuto in dono da parte di nazioni straniere, dallo zoo di Londra alla Torre di Londra, dove già aveva sede a suo tempo?
Incaricato di vegliare su una serie straordinaria di animali, il Beefeater Jones si accinge al suo compito senza farsi domande né recriminare, tutto preso dai suoi personali problemi famigliari che incombono su di lui come una nube nera.
E così si aggirerà ogni giorno ispezionando i vari recinti e cominciando a prendere a cuore il benessere degli animali a lui affidati.
Sarà forse questo insolito apprendistato che gli scioglierà il gelo attorno all’anima e lo farà riflettere sulle sue decisioni e sui suoi rapporti con le persone che insieme a lui vivono all’interno della Torre, tutte descritte con dovizia di particolari nelle loro abitudini e nelle loro peculiarità.
Con la successiva decisione della Corona di chiudere ancora lo zoo alla Torre di Londra e di trasferire gli animali nel loro domicilio originario, molti nodi verranno al pettine: il Beefeater Jones rinfocolerà le calde vampe del suo immutato amore per la moglie, metterà finalmente in parole il suo senso di colpa per la perdita dell’amatissimo figlio Milo, sanerà dolori e dimenticherà crucci.
E con il lieto fine, anche gli altri teneri e buffi coprotagonisti del romanzo riusciranno a trovare il loro posto nel mondo.

Di solito, le digressioni storiche all’interno di un romanzo non riescono ben accette ai lettori: non è così in questo caso, perché l’autrice è stata davvero in grado di inserire queste note con un’elegante prosa piena di humour e di attrattiva.
Un libro sereno, di grande ottimismo e pieno di compassione umana.