NW
- Autore: Zadie Smith
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
N-W è il quarto libro di Zadie Smith, una scrittrice afro-britannica ancora giovane, ma meritatamente molto famosa.
Nata a Londra da padre inglese e madre giamaicana, è cresciuta nel quartiere di Brent, un quartiere multietnico dalla popolazione appartenente a diverse culture e stati sociali differenti, prima di studiare letteratura a Cambridge dove ha conosciuto il marito, anche lui scrittore.
N-W è il codice postale dell’area di Londra in cui è ambientata l’azione del libro ed ha molto a che fare con l’ambiente in cui è cresciuta la scrittrice così come i suoi personaggi appaiono tratti dalla sua esperienza personale:
- due donne, Leah e Natalie, entrambe ispirate ad aspetti diversi ed anche contrastanti della personalità dell’autrice,
- due uomini anch’essi appartenenti a stati sociali differenti, ma resi simili dalle tensioni di natura esistenziale che li tormentano,
- un gruppo di personaggi minori, ma tutti importanti per descrivere e rendere la natura polifonica della vita urbana contemporanea.
Il libro ha un andamento discontinuo, con frequenti e repentini cambi di scena, stili narrativi diversi e una struttura volutamente poco equilibrata in cui si avverte l’assenza di una trama lineare. Ciononostante la storia ha un andamento fluido che cattura il lettore e lo tiene legato allo sviluppo della narrazione.
All’inizio conosciamo Leah, di razza bianca, di buona famiglia, immatura e inconcludente, nonostante la giovinezza ormai avanzata da cui sembra non voler uscire. Leah rifiuta consapevolmente la maternità nonostante sappia del desiderio del marito di avere un figlio, per la sua ritrosia a crescere e ad assumersi responsabilità. Leah non ha cercato di migliorare la propria posizione sociale, ha accettato un lavoretto di ripiego e pur dimostrando una certa sensibilità per i problemi sociali non va oltre una generica compartecipazione. Leah soffre di contenuta depressione.
Apparentemente molto diversa è Natalie, anzi Keisha, la migliore amica di Leah, una ragazza nera cresciuta nello stesso ambiente, ma di famiglia socialmente inferiore, che cambia nome per far dimenticare la sua origine africana e favorire il proprio avanzamento sociale. Natalie studia per essere avvocato e si sforza di entrare a far parte di un ambiente diverso da quello delle sue origini, sposa un ragazzo di buona famiglia e sembra aver conseguito i propri obiettivi, salvo sviluppare un senso di insoddisfazione e di solitudine che la porterà ad adottare comportamenti discutibili e a mettere a repentaglio la propria apparente felicità.
Anche in Felix e in Nathan, i due personaggi maschili, non mancano attriti interiori, frustrazioni, disillusioni, derivanti dall’onnipresente domanda su come costruire il proprio futuro e come poterlo armonizzare con la società cui si appartiene.
Il tema del libro è incentrato sul dolore e sulla tensione che porta con sé il cambiamento di classe, la nostalgia che produce verso le relazioni che si lasciano dietro di sé, le tensioni che accompagnano il tormentato senso di appartenenza, i conflitti che innesca con le proprie origini, con famigliari e amici, la difficoltà di ottenere una piena assimilazione con il nuovo status e infine la delusione che la promozione sociale, una volta raggiunta, è ugualmente in grado di provocare.
Trascurare la propria famiglia e le proprie tradizioni per salire di stato sociale non solo non è facile, ma neppure divertente o appagante e non è detto che in fondo al percorso ci sia la felicità nel traguardo conseguito. In questo libro non c’è gioia, l’atmosfera è sempre un po’ cupa, la multiculturalità è spigolosa, la razza e la classe sociale tendono ad identificarsi, c’è nostalgia per la semplicità della classe lavoratrice e bisogno di amicizia vera, quale quella che unisce le due protagoniste.
Anche lo stile è frammentario e discontinuo, con alcune invenzioni anche divertenti, quali le maiuscole per dare forza al messaggio o la disposizione delle parole ad albero o a bocca aperta. Il dialogo è vivace e molto realistico, come se si trattasse della sceneggiatura di una fiction. Si avverte quasi il bisogno di leggerlo ad alta voce, per sentire i personaggi parlare. E’ uno stile che riproduce la realtà caotica della vita cittadina contemporanea, resa ancora più difficile dalla presenza di razze e culture diverse e contrastanti.
NW
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