Nanna o l’anima delle piante
- Autore: Gustav Theodor Fechner
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2008
Nanna era una dea dei fiori nella mitologia nordica. Gustav Theodor Fechner (1801 - 1887), medico, psicologo ideatore della psicofisica, la prende come prototipo nel suo libro affascinante Nanna o l’anima delle piante (Adelphi, pp. 141, 2008, traduzione di G. Rensi, curatore G. Moretti) per affermare l’esistenza dell’anima nel regno vegetale.
Lo fa da scienziato ma anche da poeta, se per poesia intendiamo, in senso lato, la capacità e il desiderio di cogliere il lato nascosto di ogni cosa, anzi l’origine delle cose.
Secondo Heidegger "la poesia è casa dell’essere" ed è in base a questo stesso spirito, anticipandolo, che Fechner, panpsichista romantico, scrive:
Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e odorano, e appagano la loro sete nell’assorbimento della rugiada, i loro impulsi nello spinger fuori le gemme e le loro ancor più alte brame nella ricerca della luce?
L’autore ricorda le amadriadi della mitologia greca, ninfe dei boschi che spesso si innamoravano degli uomini. Non possiamo dimenticare Dino Buzzati e il suo magnifico Il segreto del Bosco Vecchio, dove ogni albero è animato da un genio, visibile solo ai bambini, alla loro innocenza ipersensibile.
L’anima si manifesta primariamente nella sensazione e Fechner stabilisce una relazione, una coincidenza tra le sensazioni dei neonati e quelle delle piante, tanto più forti delle nostre, quanto più manca la razionalità, ma non manca il finalismo, la tensione verso un obiettivo. Tale impulso teleologico è il minimo denominatore di ogni anima, la quale possiede sempre due tipi di impulso primario: uno riguardante se stessa, il suo fine e la sua soddisfazione, l’altro è la comunione con gli altri regni della natura.
Tale “inter-essere” compensa l’anima di quel che le manca e non può compiere da sé e le permette di esistere. Assistiamo alla perfetta armonia voluta dal Creatore. Esempi in tal senso sono l’impollinazione dei fiori, possibile con la collaborazione degli insetti, i quali succhiano il nettare dalle corolle e in cambio smuovono il polline che si attacca al loro corpo peloso; per strofinamento lo fanno discendere dallo stame (maschile) giù fino al pistillo (femminile) del fiore, ingravidandolo.
Altro esempio significativo è il rilascio del letame, fertilizzante animale dei campi.
Il fatto più eclatante sta nel processo di respirazione, che lega gli esseri umani e le piante: queste emanano ossigeno necessario ai nostri polmoni e al nostro sangue, noi nell’espirazione emettiamo anidride carbonica, a loro indispensabile.
Che dire inoltre di altre particolarità sensibili e meravigliose, come l’emissione degli odori, i profumi sparsi nell’aria, non soltanto per il nostro piacere, ma quale strumento di comunicazione. Essi sono "la parola" il linguaggio del mondo vegetale.
Per tali motivi Gustav T. Fechner compie un’operazione rivoluzionaria del nostro concetto rigido nella classificazione dei regni della natura, costruito a piramide, al cui vertice sta l’uomo composto di corpo, anima e spirito. Alle piante non viene attribuita anima di alcun tipo. È una visione illogica e gerarchica, molto spesso presuntuosa e causa di sfruttamento e distruzione della natura. Lo scienziato la sostituisce con quella di "complementarietà", oggi sostenuta dal botanico Stefano Mancuso.
Riguardo all’esistenza del sistema nervoso che consente l’espressione dell’anima, già Lorenz Oken (1779 - 1851) aveva teorizzato che le fibre a spirali delle piante sono ciò che i nervi sono per gli animali. Fechner si spinge più in là, affermando che tutto il corpo di un’anima vegetale è il suo sistema nervoso, senza necessità di nervi.
Il fine di una pianta sta nel far sbocciare il fiore.
Il suo movimento si attua nell’aria e non spostandosi sul terreno, nella disposizione dei rami e delle foglie. Nessun albero assomiglia a un altro, ognuno costruisce la sua forma e lo fa per tutta la durata dell’esistenza, capace di mutare, piegarsi, torcersi, voltarsi verso la luce, sempre rispettando canoni imprescindibili, quali la formazione di radici, fusto, rami e foglie, come per noi sono gli organi costituenti il nostro corpo, ma con maggiore motilità e trasformazione morfologica.
Con la maturazione della frutta e la produzione dei semi, la pianta sembra avere finalità spirituali. Gustav Fechner al riguardo si esprime in termini mistici, trova perfino una somiglianza tra piante e angeli, nell’azione non più finalizzata a se stesse ma a uno scopo generoso, più alto e universale.
È il pensiero che più tardi esprimerà compiutamente Rudolf Steiner, filosofo e scienziato, fondatore della "scienza dello spirito", della medicina antroposofica, dell’agricoltura e nutrizione biodinamica. Egli scrisse che nel mangiare un frutto lo spirito umano si congiunge allo spirito del cosmo.
L’anima delle piante dunque è cosmica quanto la nostra. Sulla sua consapevolezza nulla possiamo dire, perché esternamente non appare. Ma
Non possiamo tracciare alcuna demarcazione assoluta tra i diversi esseri viventi. […] Non esaminiamo se gli uni e gli altri esseri rechino in sé qualche germe della sfera superiore, come in realtà io credo.
Molto spesso questo credere è anticipazione, intuizione della scienza futura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nanna o l’anima delle piante
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