Nato di sabato
- Autore: Ray Banks
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Del Vecchio
Non sono certo del colore della mia scrittura. Probabilmente è qualcosa che ha a che fare con il viola. Sicuramente non è noir. Non ho mai avuto uno stretto rapporto col noir, ma “Nato di sabato” di Ray Banks me ne ha fatto pentire.
“Nato di sabato” è puro rock’n’roll.
Arriva con una botta inaspettata, come se mentre stai guidando in autostrada dall’autoradio venisse fuori Paranoid dei Black Sabbath senza aver inoltrato a Dio apposita richiesta. Il romanzo è contemporaneo, la musica buona no.
Duro, rapido e torbido esattamente come dice la fascetta rossa firmata da Russel McLean, che stranamente rimane incollata alla copertina nera del libro fino all’ultima pagina. Difficile definire il romanzo in altri termini. La scrittura è perfettamente aderente alla storia e non può che esser qualificata con i medesimi aggettivi. Inutile perdersi in vani giri di parole. Non ne è il caso. Provare per credere.
Imprevedibile fino all’ultimo rigo, il racconto corre fortissimo sul binario della narrazione fatta da i due protagonisti, come ne I Lupi. È un marchio di fabbrica di Banks? Non ne ho idea. È solo il suo secondo libro che leggo e non sarà l’ultimo. Una corsa da Manchester a Newcastle senza soste, lungo una cupa galleria metropolitana fatta di ecstasy, alcol e botte, dove all’oscurità si sostituiscono a sorpresa scenari letterari imprevedibili e fulminei come quello che segue, tratto dal paragrafo cinquanta.
“Mi accendo una sigaretta senza averne voglia. Il cielo è dello stesso colore del fumo che soffio dalla bocca. Da qualche parte sento gli uccellini cinguettare. Guardo l’orologio: sono le cinque del mattino. Mi chiedo dove sia andata a finire la notte”…
Ho un solo dubbio e sta tutto nel titolo. Perché “Nato di sabato”? Ho divorato il libro così in fretta da non cogliere il nesso o non esiste? A lettori più attenti di me l’ardua sentenza.
Nato di sabato
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