Né morti, né più vivi di Barbara Maso

Con “Né morti, né più vivi”, Barbara Maso ti prende per la gola e ti trascina in un urlo dirompente fino alla fine.
“Nelle viscere della terra si sperimentava un nuovo mondo.” Con questa frase si apre uno dei romanzi più emozionanti che abbia mai letto. Ed è subito orrore.

Poi, aggrappati alla sua testa (dentro la sua testa), nella sua razionalità ed emozione, viviamo la sopravvivenza di Aiden Walker, un tipo qualunque dell’Ohio che di colpo si trova sbalzato in un mondo in cui non vale più la pena di vivere… O forse sì.
Perché sebbene la realtà sia orribile, nulla è più orribile della paura di morire. Ed è quella paura che ci tiene incollati, stomaco in gola, per tutte le 100 pagine di questa storia. Una storia dove non c’è più rispetto, amicizia, amore, sentimenti ridotti a macerie in decomposizione dentro un devastato animo umano. Perché la paura ha scavato nelle viscere dell’essere umano risvegliando meccanismi ancestrali e ciascuno è disposto a tutto pur di non morire.

E allora, alla fine del romanzo ti domandi se il titolo “Né morti, né più vivi” si riferisca agli zombie che ti danno la caccia, o a te, ricordo sbiadito di un tempo che fu.
Pubblicato dall’intraprendente casa editrice Il Seme Bianco, collana Laserpizio, “Né morti, né più vivi” è un romanzo scritto con le unghie e coi denti, con le viscere e il cervello, in cui fa capolino, come un ultimo sole portatore di una nuova alba, quel che ci rende ciò che siamo: il cuore.
Complimenti a Barbara Maso per questo esordio davvero eccezionale.