Nero Wolfe e il caso dei mirtilli di Rex Stout

I Gialli Mondadori sono un’encomiabile realtà editoriale e Nero Wolfe e il caso dei mirtilli di Rex Stout, pubblicato nel 1970, non fa eccezione.
Nero Wolfe è una delle figure di investigatori più indovinate nella storia del giallo. Grasso, misantropo, appassionato di cucina e orchidee, non si muove mai dalla sua casa di New york eppure la sua mente conosce il mondo come nessun’altra.

Il caso dei mirtilli ci fa assistere a un miracolo: Nero Wolfe esce di casa. Il perché è presto detto.
Archie Goodwin si gode una meritata vacanza nel Montana nel ranch della sua storica fidanzata, Lily Rowan, quando un lavorante della tenuta viene ucciso. Il caso sembra presto risolto, perché dell’omicidio è accusato un altro operaio, Harvey. Archie è convinto della sua innocenza e cerca di dimostrarlo, ma si scontra con il muro di omertà della piccola comunità agricola. Cosa fare? Far intervenire il Capo.
Un giorno un taxi scarica una massa umana: Nero Wolfe. E il muro cade.

Il romanzo è particolare per l’ambientazione insolita per due animali di città come Goodwin e Wolfe e l’autore si lascia andare a luoghi comuni sulla rigidità di pensiero degli abitanti della campagna (non poi così goffi se si pensa al piano dietro l’omicidio) e a certe descrizioni forse inutili, ma il finale è a sorpresa per il lettore che viene sapientemente depistato.
Lo stile è comunque avvincente: Nero Wolfe fuori dal suo ambiente mostra (con riluttanza) la sua umanità e Archie non è una spalla indegna in quanto ha cercato finché ha potuto di farcela da solo.
Una lettura non impegnativa e rilassante per questa fine estate e capace di farci dimenticare quello che stiamo vivendo.
Consigliato a tutti.