Nessun inverno dura
- Autore: Petti Federica
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Ancora una volta la giovane scrittrice Federica Petti, col suo secondo romanzo Nessun inverno dura (Porto Seguro, 2019), ci regala una storia d’impatto, che invita ogni lettore a riflettere sul lungo cammino – o meglio, la lotta – che le donne italiane hanno dovuto affrontare per tutto il ‘900 affinché potessero godere della propria libertà personale.
L’autrice, come mezzo privilegiato della narrazione, sceglie il dialogo; tutto al femminile tra la nipote Anna (una giovane giornalista in erba) e sua nonna Emma che insieme ripercorreranno la vita di ben cinque generazioni di donne della loro famiglia.
Contrariamente all’aspettativa del lettore, la “guest star” del racconto non sarà nonna Emma, ma la sua stessa madre, Diva Rivoli, che incarna in sé il destino comune di tante altre donne che hanno lottato per tutta la vita, nella speranza di vedere riconosciuto il proprio diritto di valere qualcosa in una società ancora troppo patriarcale e cieca ai bisogni del genere femminile.
Difatti, la narrazione prende avvio durante il fascismo, uno dei periodi più bui della storia italiana; qui, scopriamo passo dopo passo le prime scelte di vita che portarono Diva alla presa di coscienza di sé e del suo diritto di lottare liberamente per le sue idee. Il primo atto di ribellione è emblematico: si presenta alla maggiore età e in famiglia, dove Diva mette in crisi il potere della figura patriarcale:
"Mia madre cominciò a truccarsi quando […] il duce proponeva l’immagine di una donna semplice e genuina, regina e custode del focolare domestico. Quando mio nonno la vide per la prima volta con la bocca pitturata, poco ci mancò che le tirasse un ceffone.
“Lo faccio per essere contro il duce, babbo!” gli rispose."
Dalla lotta per la libertà personale e di parola il passo è breve, come scegliere di darsi alla macchia per le campagne fiorentine e diventare una coraggiosa partigiana.
"Occorre pensare e riflettere prima di agire; respirare con calma può aiutare a restare coi piedi per terra, ma a volte, per certe decisioni, occorre essere audaci mentre in un attimo tutta la tua vita ti passa davanti e tu devi scegliere se reagire o subire, restare te stessa o soccombere.
Era il 1943, era settembre e [...] mia madre, mio zio e mio padre, decisero di partire per la montagna e far qualcosa per liberare l’Italia e far finire la guerra."
Nel dopoguerra, tra lutti da piangere e macerie da spostare per ricostruire, Diva è nuovamente in prima fila ad agire e questa volta è più determinata che mai a cambiare non più solo la sua condizione, ma quella di tutte le donne; e stavolta la troviamo in fabbrica, affiancata da altre guerriere come lei.
È il periodo più movimentato della storia della rivoluzione della condizione femminile; le donne si battono contemporaneamente su più fronti: il diritto al lavoro e all’istruzione, all’abolizione del matrimonio riparatore e del delitto d’onore, al divorzio e all’aborto.
Il lettore partecipa silenzioso a queste conquiste con gli occhi di Diva e poi di sua figlia Emma (la nonna) fino ad arrivare a oggi, quando l’intervista (non più un semplice dialogo) volge su una dolce-amara riflessione conclusiva sugli sforzi che sono stati necessari per arrivare a tante conquiste, sottolineando che:
"La guerra non appartiene alla storia della donna.
La lotta per l’uguaglianza, per il diritto all’amore, per il diritto alla libertà, sì."
Curiosità: Il titolo del libro, Nessun inverno dura, attraversa tutta la storia di Diva fino allo sbocciare si un’amara “primavera”... A voi lettori il compito di scoprire l’altro tesoro della storia.
Nessun inverno dura
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