Neve e sangue di Maurizio Gregorini

Non importa se nel testo Luca è più grande di età, ha detto di essere omosessuale con fierezza, senza indugi, anche se poi dentro ognuno ha il proprio “inferno privato”. Una storia d’amore tra due persone dello stesso sesso è al centro della trama di Neve e sangue di Maurizio Gregorini (Il Simbolo, 2024, prefazione di Giorgio Ghiotti).

Quello che accade tra Gabriele e Luca, in questa sorta di epistolario laico, dove le preghiere sono esaudite, dove tutto trova una connessione, soprattutto un amore completo per poche ore, perché Gabriele vive lontano da Roma ed è sposato.
Più giovane e inesperto, dice di essere bisessuale nelle e-mail che i due si scrivono in continuazione. Lui e la moglie gestiscono un hotel e quindi Luca col suo amore che è nato per caso fa da delizioso contraltare.
Se non avesse scritto i primi messaggi, Gabriele non avrebbe conosciuto Luca, e tutto sarebbe andato a posto e se le pulsioni erotiche fossero state troppo forti, avrebbe consumato il suo desiderio in modo anonimo con un altro uomo sposato.
La bisessualità è un ricatto, dove si paga salato, soltanto perché non è centrata, non si capisce fino in fondo perché tra due corpi così diversi in tutto, a prevalere c’è sempre un corpo a discapito dell’altro. Per questo molti gay non accettano l’uomo bisex, ritenendolo soltanto un gay che ha avuto paura di prendere il volo col coming out. Gabriele infatti sta benissimo con la moglie, i due hanno una complicità unica soprattutto sul lavoro in albergo. A modo loro sono felici, ma conoscere Luca durante un premio letterario e non capire se lo scrittore lo ritirerà, è stato il motivo dello scambio di e-mail e della loro passione carnale.
La decisione di fare di Luca un amante non era nelle previsioni di Gabriele: poi lo scrittore famoso, una vita così diversa, meno accomodante, mentre le litigate con la moglie sono ben gestite, perché poi si tratta sempre di qualcosa legato all’albergo, mentre con Luca sono maratone sessuali, che non prevedono un futuro, o meglio, a Gabriele piacerebbe che Luca diventasse un amico di famiglia.
Luca è il personaggio più complesso, dopo tanto girovagare sui corpi degli uomini, si era dimenticato cosa fosse l’amore, l’appagamento e poi parlare di cose futili quotidiane. Se Luca è un personaggio più simile all’autore o ha ancora delle timidezze nei confronti del mondo circostante, anche se non si è fatto mancare niente, ha paura per la prima volta che questo amore non durerà mesi, anni, fino alla fine.
C’è in Luca un senso di abbandono, come se volesse essere accudito, come se la mortalità di noi tutti fosse entrata in lui, scoprendo che tutte le scelte sono ormai irreversibili.
Questo romanzo viene dato alle stampe per la seconda volta, con la prefazione preziosa di Giorgio Ghiotti che scrive:

Questo romanzo...un oggetto letterario di altissimo artigianato della parola. Cosa assai curiosa, lo fa sì con una lingua ardente ed evocativa, precisissima, propria della poesia, una lingua che non si vergogna di parlare di sentimenti.

Chi scrive ribadisce una cosa scritta anche nell’introduzione. Negli anni ci sono state molte battaglie, molti vincitori e anche vinti, molti cambiamenti rispetto alla prima edizione del libro: dai morti per l’epidemia di Aids all’avvicinamento ai diritti e alle lotte gay e migliaia e migliaia di lesbiche. Tutti pronti per dire noi siamo voi, siamo dalla stessa parte, vogliamo dare la nostra pensione, una parte alla mia compagna, che mi è stata accanto, mentre i nostri genitori si nascondevano per non farsi trovare dagli assistenti sociali. Vogliamo figli e un matrimonio o un’unione civile.

Maurizio Gregorini è stato sempre in prima linea per i diritti di tutti ed è un poeta sopraffino che non ha niente da invidiare alla prima silloge di Dario Bellezza. Fu aiutato da Pasolini per la pubblicazione di Invettive e licenze, edito la prima volta nel 1971.
Questo romanzo appassionato e tragico presenta dei racconti a volte brevissimi, ma bellissimi.