Spesso Ada Negri nelle sue poesie si serviva delle suggestioni del paesaggio esterno per rivelare i moti, silenziosi e segreti, del cuore. La poetessa lodigiana, conosciuta anche con il nome di “maestra operaia” o “Vergine Rossa”,si impose attraverso i suoi versi delicati e lievi nel panorama culturale italiano e internazionale divenendo la prima donna a essere ammessa all’Accademia d’Italia.
Nevicata è una delle poesie più note di Ada Negri, che ci dà anche l’esatta misura della cifra stilistica dell’autrice: i suoi versi sono lievi come pennellate, la voce è pacata e tuttavia sicura nello scandire la successione ritmica delle strofe. Come molte opere di Ada, Nevicata è soffusa di dolcezza ma cela tra le righe un messaggio dal valore sociale e politico: il verso si fa “bollente” e “ardito” nel sottolineare la distanza tra l’individualità dell’Io e un mondo sordo e ottuso che, in questo caso, non riesce a stupirsi neppure dinnanzi alla danza della neve che annuncia un cambiamento o, forse, un messaggio di pace.
La lirica è tratta dal canzoniere d’esordio della poetessa Fatalità, edito dai Fratelli Treves nel 1892. Ada Negri definì quella sua prima raccolta di poesie, ancora acerba, come “Il primo grido incomposto e violento della mia anima”. L’opera, edita a fine Ottocento, fu un vero successo editoriale dell’epoca ed ebbe un impatto duraturo come testimoniano le numerose traduzioni integrali e parziali e le ristampe negli anni successivi.
Scopriamo testo, analisi e commento della poesia Nevicata.
Nevicata di Ada Negri: testo
Sui campi e su le strade
Silenziosa e lieve,
Volteggiando, la neve
Cade.Danza la falda bianca
Ne l’ampio ciel scherzosa,
Poi sul terren si posa
Stanca.In mille immote forme
Sui tetti e sui camini,
Sui cippi e nei giardini
Dorme.Tutto dintorno è pace:
Chiuso in oblio profondo,
Indifferente il mondo
Tace.Ma ne la calma immensa
Torna ai ricordi il core,
E a un sopito amore
Pensa.
Nevicata di Ada Negri: analisi e commento
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La poesia Nevicata è nota anche con il titolo di Cade la neve o Neve e di certo non vi sono dubbi su chi sia la protagonista indiscussa del canto.
La particolarità della lirica di Ada Negri è tuttavia nel fatto che la poetessa non si limita a descrivere il paesaggio innevato come un mondo statico, chiuso nel suo perenne incantamento. Ada Negri non descrive la neve nella sua immobilità ma nel dinamismo della caduta, la segue nel movimento repentino e avvolgente. La neve viene personificata e diventa così una ballerina silenziosa, o forse una fata scherzosa, che dopo aver stregato case e strade con la sua danza si riposa stanca dormendo sui tetti e sui giardini.
Le ultime due strofe di Nevicata sono senza dubbio le più interessanti perché racchiudono un messaggio preciso che va dal generale al particolare.
La penultima strofa contiene un appello rivolto al mondo intero: Ada dipinge una società sorda e ottusa, chiusa nei propri interessi, che non comprende neppure il messaggio di pace insito nella danza della neve.
La rima pace/tace sottolinea questa netta contrapposizione: come se il mondo non fosse pronto ad accogliere il messaggio che la neve, silenziosa, porta con sé. Il mondo viene descritto con un aggettivo duro “indifferente” e con una perifrasi “chiuso in oblio profondo”, diventa un essere cieco e sordo incapace di aprirsi al cambiamento perché troppo occupato a mantenersi intatto nella propria conservazione.
Nel finale emerge l’io lirico in tutta la sua individualità. Il mondo è sordo al richiamo della neve, ma non le singole persone che invece ne subiscono il fascino irresistibile.
Guardando l’incanto del paesaggio innevato la poetessa viene pervasa da un senso di calma profonda che la induce ad abbandonarsi ai ricordi lontani. La malinconia dell’inverno, la danza silenziosa della neve, portano nel suo cuore il rimpianto di un amore perduto. Il passato sembra essere all’improvviso più vicino in questo mondo innevato, sospeso, che pare procedere al rallentatore: la nevicata avvicina le persone ai loro ricordi più cari. Tornano in vita i cari scomparsi e anche gli amori lontani, ormai sopiti, ma forse mai perduti davvero perché hanno lasciato una traccia profonda nella memoria.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nevicata di Ada Negri: la malinconia d’inverno in poesia
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