Nidi di rondine
- Autore: Kim Thúy
- Genere: Libri di cucina
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nottetempo
- Anno di pubblicazione: 2014
Un vocabolario di termini in lingua vietnamita tradotti in francese, così ha scelto di esprimersi la scrittrice-cuoca-critica gastronomica Kim Thúy che ora la casa editrice Nottetempo traduce con una bella prova di Cinzia Poli e pubblica in italiano.
Ho incontrato questa fascinosa giovane donna, emigrata in Canada, regione francofona del Québec, da oltre dieci anni, dopo essere cresciuta a Saigon, dove ha vissuto un’infanzia complicata: partorita da una madre che l’ha abbandonata, raccolta e allevata da una suora cattolica, infine affidata ad una madre adottiva che l’ha educata e fatta sposare ad un connazionale, freddo e distaccato. Con lui è partita per Montreal, ha avuto due figli, ha aperto un ristorante, ha imparato le usanze occidentali senza mai dimenticare quelle della sua cultura di origine: una cultura che nasconde i sentimenti, cancella la passione, mostra la donna in un ruolo subalterno pianamente accettato, rende il rapporto di coppia una civile convivenza senza intimità, senza effusioni, senza litigi, senza contrasti.
Nidi di rondine ci racconta in termini poetici il passaggio della protagonista da una condizione di trasparenza, invisibilità, accettazione di tradizioni introiettate, alla consapevolezza che nella vita ci può essere altro, anzi una vera pienezza di affetti, sentimenti, passioni erotiche.
Il ristorante di Montreal, fondato da lei e suo marito, accoglie altri collaboratori: un pasticcere francese e una giovane esule vietnamita che consentono alla protagonista di assentarsi per seguire l’amica Julie, una nuova “madre”, che ha deciso di portarsela dietro alla scoperta del mondo, della cultura di altri paesi, di altre cucine, di altre lingue, di altre relazioni interpersonali. Ecco Man a New York, dove scopre gallerie d’arte, ristoranti grandi e piccoli, cibi e sapori diversi; eccola imparare da Julie un diverso dizionario dei sentimenti, quelli che non aveva mai avuto il coraggio di sperimentare:
“Si dice che la felicità non si compra. Ebbene, ho imparato da Julie che la felicità si moltiplica da sé, si condivide e si adatta a ognuno di noi. E’ in questa felicità che gli anni si sono accumulati gli uni dopo gli altri senza badare al calendario né alle stagioni.”
Poi, arricchita dalla nuova geografia dei sentimenti che sta sperimentando, Man accoglie l’invito a Parigi per presentare la sua rivista gastronomica, “Il Bilanciere”. Qui scocca finalmente la scintilla che le insegnerà l’amore…
Un libro profumato di spezie, di germogli, di fiori tropicali, di cibi rari, di poesia, di pagine di letteratura, di sensibilità tanto diverse da quella a cui siamo stati educati da sorprenderci ma non per questo non rimanere affascinati dalla giocosità, dalla voglia di vivere, di gesticolare, dalla risata contagiosa che la giovane autrice mostra nel presentare il suo libro, e che traspare anche nel romanzo.
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