No pasarán
- Autore: Vittorio Giardino
- Genere: Fumetti e Graphic Novel
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2011
Dopo le avventure di Rapsodia ungherese e La porta d’Oriente, Vittorio Giardino presenta con No pasarán (Rizzoli Lizard, 2011, trad. F. Satta), il terzo capitolo della saga dedicata al suo personaggio, Max Fridman, stavolta chiamato ad affrontare le avventure della Guerra civile spagnola, un conflitto spesso sottovalutato nella narrazione storica corrente ma che in realtà rappresenta un episodio importante nella storia del XX secolo, preludio a quello che di lì a poco sarebbe stato il secondo conflitto mondiale.
Fin dall’introduzione infatti lo stesso disegnatore tiene a precisare perché un evento così susciti il suo interesse e perché dovrebbe catturare l’attenzione dei lettori italiani:
Può sembrare strano che un italiano si interessi tanto alla guerra civile spagnola, specialmente se non è uno storico di professione e se non ha motivi familiari che lo coinvolgano nel conflitto. Invece, a ben guardare, le ragioni sono chiare. Anche in Italia, dopo l’otto settembre 1943, si è combattuta una guerra civile, di cui all’estero pochi sanno perché nascosta dalla più grande guerra mondiale. Ma gli schieramenti, e gli ideali, nell’Italia del ’43 e nella Spagna del ’36, non erano così diversi. […] Ma oggi, settant’anni dopo, ci sono ancora validi motivi per occuparsi di quei fatti, a parte l’ovvio dovere del ricordo? Oggi le ideologie che ispirarono quello scontro sembrano scomparse e il mondo incredibilmente cambiato. Eppure alcune delle questioni cruciali che allora si posero sono rimaste le stesse.
La narrazione di questo romanzo a fumetti inizia dunque dal fronte dell’Ebro, nell’estate del 1938. Siamo quasi agli scampoli finali del conflitto e il maggiore Treves viene accusato di aver disertato gli ordini del commissario Kusic. Treves è membro di “Giustizia e Libertà”, il movimento fondato dai fratelli Rosselli, è un personaggio testardo e idealista, ma tutto sommato ben visto dai comunisti. Già dalle prime vignette emerge quindi la dimensione internazionale del conflitto spagnolo, che vide le ingerenze delle forze politiche estere all’interno dei due schieramenti; nel bando repubblicano si stava facendo sempre più pressante infatti il potere assunto dalla fazione comunista la quale, attraverso i contatti con la Russia sovietica, sperava di riuscire a risollevare le sorti della guerra, ora arridente ai falangisti.
Treves viene giudicato in ogni caso un personaggio scomodo per l’accaduto e si decide dunque di aprire un’inchiesta nei suoi confronti. Rubizov, membro del Partito, è però contrario all’inchiesta e preferisce vie più dirette e discrete:
- Noi abbiamo il dovere di ragionare politicamente e di evitare qualsiasi iniziativa che possa danneggiare il Partito. A che cosa servirebbe un’inchiesta?
- Ma non possiamo lasciar calpestare l’autorità di un commissario politico!
- Non dico questo. Treves è un uomo scomodo, d’accordo, ma ci sono mille modi per neutralizzarlo, e quello più rapido ed efficace è sempre il migliore. Mi sono spiegato?
Da questa tavola la storia sposta quindi la sua ambientazione verso la casa di Max Fridman, a Ginevra. La moglie di Treves si è appena recata in visita da Fridman perché preoccupata per il marito Guido; infatti, non ha più sue notizie da diversi mesi. Dopo avergli mostrato una delle ultime lettere dal fronte, Fridman e la moglie di Treves iniziano a sospettare che qualcosa non vada. Fridman esita un po’, ma alla fine decide di recarsi al fronte per trovare l’amico.
Da qui in avanti ne esce fuori una narrazione fatta di intrecci polizieschi, resoconti storici e avventure al limite della spy-story che portano il protagonista ad adoperarsi per recuperare l’amico Treves.
Diviso in tre parti, questa graphic novel alterna dunque le ambientazioni fra quelle della Barcellona degli anni Trenta, in pieno fervore modernista ma devastata dai bombardamenti, e quelle del fronte, dove migliaia di soldati sono mandati al massacro. Di fatti il conflitto civile spagnolo è stato così cruento da provocare, a un certo punto del racconto, una sorta di rigurgito nel protagonista. Il potere delle idee era stato ormai soppiantato dalla cieca violenza e Fridman, in uno dei suoi momenti di riflessione, esclama pertanto:
“Nausea del sangue, ecco che cos’era. Non importa quanto sia giusta la causa, semplicemente arrivi alla conclusione che non puoi più uccidere”.
Fridman sembra essere quasi arrivato al limite della sopportazione, tuttavia la forza dei sentimenti e l’amicizia che lo lega a Treves lo spingerà oltre, ostinato a trovare il compagno perduto.
Da un punto di vista tecnico le illustrazioni sono ben curate e arricchite da un profondo lavoro di documentazione storica, di cui ne dà prova la ricca appendice finale al volume. Il tratto di Giardino è pulito, preciso e lineare. Una piccola critica può essere mossa all’autore per la grande mole di personaggi presenti, che affaticano un po’ la comprensione dell’intreccio e delle varie trame ordite. Trattandosi di una storia a tinte poliziesche e spionistiche, non risulta così immediato seguire gli sviluppi della trama, che condurranno purtroppo a un triste epilogo.
Nel complesso, tuttavia, il lavoro di Giardino è assai interessante per l’importanza storica che l’autore dà all’evento. Apprezzabile è l’aver cercato di riprodurre il dramma del conflitto civile spagnolo attraverso la finzione letteraria, fornendo uno sguardo sui tragici eventi di quegli anni attraverso la prospettiva di uno dei tanti personaggi che stanno a margine della Storia. No pasarán è dunque un omaggio anche a tutte quelle vittime di una guerra che è stata “eroica e piena di infamie, atroce e spietata da entrambe le parti, in cui per la prima volta furono bombardate le città e i civili considerati obiettivi militari”.
Riprendendo perciò una frase tratta da una delle serie tv più apprezzate dell’ultimo periodo – Le ragazze del centralino – che in alcune sue parti ha come sfondo la Guerra civil, il filo diretto che unisce quest’ultima alla narrazione illustrata di Giardino è quello della testimonianza e della memoria. Di fatto la guerra civile spagnola fu uno scontro anche fra italiani, con i fascisti, da un lato, impegnati a sostenere più o meno velatamente le truppe di Franco e i volontari italiani delle Brigate Internazionali, dall’altro, invece militanti nel fronte repubblicano. Memoria di quei tragici eventi di cui pertanto, inevitabilmente, anche grazie alla forza delle storie illustrate, siamo tutti chiamati a fare tesoro per gli anni avvenire.
Allora capii cosa dovevo fare. Era giunto il momento di scrivere la nostra storia. Volevo lasciare una prova della nostra lotta. Volevo raccontare al mondo dei mostri che avevamo affrontato […] Saremmo passate alla Storia. […] Non avrei omesso niente. Tutti avrebbero saputo la nostra storia. Forse le generazioni future avrebbero preso esempio da noi.
(Le ragazze del centralino, st. 5, parte 2, ep. 2)
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