Non siamo più noi stessi
- Autore: Matthew Thomas
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2015
Non siamo più noi stessi (Neri Pozza, 2015, titolo originale: We Are Not Ourselves, tradotto da Chiara Brovelli) di Matthew Thomas è il bellissimo romanzo d’esordio che ha richiesto dieci anni di scrittura all’autore, nato a New York nel Bronx e cresciuto nel Queens.
“Gli uomini che si ritrovavano al Doherty’s Bar, dopo il lavoro si riunivano intorno al padre di Eileen Tumulty come se andassero dal prete”.
Big Mike (“lo chiamavano tutti così”) Tumulty, “cognome che odorava di torbiere, di canti ribelli, di sangue tumultuoso...” , possedeva la capacità di ispirare gli uomini che aveva intorno. L’uomo, camionista di giorno, lavorava come barista tre sere a settimana in tre locali, ogni volta che c’era Big Mike a spillare birra e a servire da bere, il locale in questione si riempiva all’inverosimile e faceva soldi a palate. Anche Eileen andava al bar, sebbene allora frequentasse solo la quarta elementare, in quei pomeriggi era l’unica bambina al Doherty’s Bar ma se non altro poteva osservare papà mentre teneva corte. I genitori della ragazzina si erano conosciuti in una sala da ballo, la mamma di Eileen trascorreva la giornata a pulire bagni e uffici alla fabbrica Bulova, cenavano tutti e tre alle sei in punto nella sala da pranzo di un’abitazione di un palazzo di quattro piani situato nel Queens incastonato tra le case serrate che sorgevano lungo la sopraelevata numero 7. Eileen era nata nel novembre del ’41, suo padre veniva da una famiglia con dodici figli, sua madre con tredici, ma lei non aveva né fratelli né sorelle. Nei primi anni del ’52 Mrs Tumulty aveva annunciato a sorpresa di aspettare un bambino ma la gravidanza si era risolta in un aborto spontaneo che aveva causato dolorose conseguenze. Dopo otto mesi di ricovero in ospedale, la madre di Eileen era tornata a casa ma tutto era cambiato. La donna ora lavorava come commessa da Loft’s, un’elegante pasticceria nella Quarantaduesima e la sera aveva iniziato a tornare a casa ubriaca. Oramai Mrs Tumulty era diventata un’alcolizzata e solo l’aiuto degli Alcolisti Anonimi aveva sbloccato la situazione. Eileen fin da piccola aveva vagheggiato un futuro migliore per sé, l’aveva intravisto quando il padre l’aveva portata a passeggiare davanti al grande prato di Jackson Heights, sbirciando nel mondo perfetto di quegli appartamenti affacciati sul giardino. Anche Eileen un giorno avrebbe abitato in uno scenario privilegiato come quello. Per ottenere il meglio dalla vita occorreva impegnarsi, quindi la nostra eroina a 13 anni aveva cominciato a lavorare presso una lavanderia a gettoni, in seguito Eileen si era iscritta alle scuole superiori del Bronx grazie a una borsa di studio. Dopo aver varcato le porte della St. Catherine’s Nursing School di Brooklyn, la ragazza nel 1962 frequentò la St John per la laurea di primo livello. In quei mesi Eileen aveva iniziato a fantasticare che avrebbe conosciuto un uomo molto ricco, il quale avrebbe cambiato il suo futuro. Il destino aveva posto sulla strada di Miss Eileen Tumulty, Ed Leary, futuro scienziato “ossessionato dalla ricerca”. Il matrimonio tra Ed ed Eileen aveva rivelato opposti caratteri e diverse esigenze, anche se la successiva carriera di entrambi rappresentava il coronamento del sogno americano. Ma la sorte stava per decidere diversamente.
In questo romanzo dal sapore epico, attraverso il personaggio della protagonista, Thomas delinea un potente affresco di tutto ciò che l’esistenza riserva a ciascuno di noi. Nel bene e nel male.
“... Non siamo più noi stessi allorché la natura, oppressa, impone all’animo di soffrire col corpo”. Re Lear, William Shakespeare.
Non siamo più noi stessi
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