Non torna nessuno
- Autore: Sophie Littlefield
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2016
Una cappa di angoscia, un senso incombente di desolazione e di perdita: raramente un romanzo comunica sensazioni tanto intense, quasi tattili. Comincia in modo soffocante, irrespirabile e tuttavia non è una storia senza speranza quella che Sophie Littlefield offre nel giallo-thriller “Non torna nessuno”, sugli scaffali da febbraio per i tipi Sperling & Kupfer(Collana Pandora, pp. 324, euro 19,90).
“Ridammelo, devi ridarmelo”
Colleen Mitchell rivuole suo figlio e ha raggiunto il luogo desolato dove il giovane sui venti anni è scomparso. Desolato, come il paesaggio inospitale del Nord Dakota e la città mineraria, Lawton, che sono lo scenario appiccaticcio, soffocante, in cui si svolge la ricerca. Nella regione è scoppiata una nuova corsa all’oro, al petrolio in questo caso, ma la ricchezza finisce tutta in mani diverse da quelle oleose degli addetti alle perforazioni. Lavoro durissimo, usurante, alienante.
Cumuli di neve fangosa, fumo dai tubi di scappamento e vetri annebbiati dal ghiaccio accolgono la donna nella rigidissima stagione invernale del Dakota settentrionale, ma nel capoluogo non si trova una stanza libera. È in corso il boom petrolifero, masse di lavoratori sono richiamate al servizio dell’industria pesante.
Dall’alto, durante l’atterraggio, un bagliore arancione aveva attratto la sua attenzione. Una luce vivida, fluttuante, circondata da un buco nero. E un’altra subito dopo, poi un’altra ancora. Individuando una torre metallica a traliccio, piantata nella terra, si era resa conto di avere appena visto un pozzo di petrolio, una delle torri per le quali il figlio Paul aveva lasciato la famiglia, andando a lavorare per una compagnia petrolifera. A Natale era stato a casa, ma una volta tornato a Lawton non si era fatto più sentire e a un certo punto non si era più presentato al lavoro, né fatto vivo al dormitorio dove alloggiava.
Sparito, insieme a un altro ragazzo. Lavoravano in coppia “Balena” e “Mosca”. È così che li chiamavano gli altri operai, sulla base di particolari banali, come il disegno del maglione che indossavano, ma senza sapere di niente di loro e delle loro vite. Erano impegnati in un pozzo ad est della città. Poi più niente.
Paul, taciturno, laconico, turbato. Taylor, bello, alto, robusto, il tipico capitano della squadra di football del liceo, meno a suo agio però negli studi: a quel punto o la divisa militare o i pozzi. Due ragazzi, uno appena un “verme”, che sta ad indicare i nuovi arrivati, ai quali nei primi mesi fanno fare qualsiasi cosa, i lavori più duri.
Shay Capparelli, “signorina” single quarantunenne, è la mamma dell’altro, una donna minuta, anche lei sopraggiunta per cercare il suo Taylor. Vive da qualche giorno in un camper e quella fredda e disagevole sistemazione diventa la sede di entrambe, una temprata da un’esistenza difficile in California, l’altra, Colleen, viziata da una vita più agiata, ma pure determinata ad affrontare qualsiasi prova pur di riavere il figlio. Ha pure messo sotto contratto un detective privato. Si sarebbe fermata solo dopo aver trovato Paul o sarebbe morta provandoci.
Le esigenze comuni cementano l’alleanza di due donne, molto diverse tra loro. Uniscono le rispettive capacità, complementari l’una rispetto all’altra. Non è facile entrare nella stanza di Paul ma non trovano nulla, assolutamente nulla. Vanno dallo sceriffo, senza fare progressi. Poi affrontano la compagnia petrolifera, che non collabora: la scomparsa significa guai, si sono fatti una brutta reputazione per gli infortuni. Ad ogni incidente sul lavoro, un’equipe provvede a insabbiare, tacitare, comprare. Chi lo subisce, viene comprato – lui o la sua famiglia, se non è sopravvissuto – e quelli che si lamentano, finiscono nei guai.
La Hunter-Cole Energy Ltd contesta la certezza che siano rimasti vittime di una disgrazia: sono in tanti ad abbandonare nelle prime settimane di impatto durissimo.
Da una falsa pista all’altra, da una luce in fondo al tunnel all’ennesima delusione, le due vanno avanti caparbie e Colleen finisce in una riserva indiana, dove non sarebbe mai andata, se non avesse dovuto cercare il figlio che, a quanto pare, ha avuto tanti problemi a inserirsi ma sembra li abbia anche risolti, e che, insieme Taylor, abbia allacciato relazioni con qualche ragazza. E questa è senz’altro una rivelazione che apre nel romanzo a scenari molto meno grigi.
Non torna nessuno
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