Nostro fratello di Assisi. Storia di un’esperienza di Dio di Ignacio Larranaga

Francesco d’Assisi scelse l’evangelica porta stretta per raggiungere la perfezione e la santità. Seguì il percorso contrario alla logica umana. A una vita di benessere, infatti, preferì sposare “madonna povertà”. All’egoismo e all’interesse personale, antepose la dedizione senza limiti al prossimo. Al culto dell’estetica, preferì abbracciare lebbrosi e deformi. Alla prima fila e alla gratificazione dell’ego, scelse di essere “l’ultimo fra gli ultimi”. All’arroganza del potere e alla posizione sociale di primo piano, preferì sempre la purezza del cuore, la semplicità, l’umiltà e il rispetto per gli esseri più deboli e indifesi.

Francesco decise di interpretare alla lettera ciò che insegna il Vangelo.
Di biografie sul santo di Assisi se ne contano a decine. Da quella coeva e classica di Tommaso da Celano a quelle, più a noi vicine nel tempo, di storici come Chiara Frugoni, Jacques Le Goff, Chiara Mercuri e altri ancora.
Nostro fratello di Assisi. Storia di un’esperienza di Dio di Ignacio Larranaga, per le Edizioni Messaggero Padova, è una biografia particolare, originale e suggestiva perché è il racconto dell’evoluzione interiore e spirituale di Francesco, figlio di Pietro di Bernardone, ricco commerciante di tessuti, e di Pica de Bourlemont, originaria della Provenza.
Poco o nulla trova spazio l’aspetto storico in cui matura questa esistenza straordinaria, mentre la narrazione si incentra soprattutto sul percorso intimo e profondo che sconvolse e trasformò l’anima di questo giovane ricco di Assisi.

Da una vita di benessere, scandita da feste e gozzoviglie, tutto si capovolge nella scelta estrema di spogliarsi di ogni avere, fino a diventare una vita da mendicante, fatta di miseria e privazioni, ma ricca di beatitudine e di amore per il Signore.
Dalla fondazione dell’ordine dei Frati Minori alla malattia che piagò il corpo di Francesco, per culminare con le stigmate.

Il racconto di Larranaga, nato in Spagna nel 1928, sacerdote francescano in America Latina, scomparso nel 2013, si rivela scorrevole nel ritrarre il travaglio interiore del giullare di Dio, tra speranze e dubbi, tra incertezze e conferme, tra momenti di inquietudine ed estasi mistiche.
Il lavoro di scavo psicologico svolto dall’autore è raffinato, molto sensibile e approndito, a tratti perfino poetico. Ne viene fuori un Francesco che avvertiamo vicino a noi, con i suoi punti di forza e di debolezza, per il quale è impossibile non provare un amorevole sentimento di affetto e di ammirazione, sia come uomo sia come Santo.

È un profilo, questo, unico e inconsueto, da leggere e rileggere perché tra le righe emergono spunti di riflessione e messaggi sottili che possono essere colti da anime particolarmente ricettive.
Un libro non banale, da centellinare e meditare con calma, e che alla fine ti lascia dentro qualcosa.