Nube di passeri di Takashi Matsuoka

Vedere la fine.

Nel Giappone lacerato dalle guerre feudali il clan Okumichi ha attraversato i secoli grazie al dono della profezia. Ma talvolta il vero pericolo si nasconde nei gesti eleganti di una geisha.

Questo possiamo leggere sulla quarta di copertina di "Nube di passeri", scritto da Takashi Matsuoka ed edito da Sperling & Kupfer nel 2002.

Giappone, 1861, l nobile Genji guarda il mondo dalla sua finestra. Un mondo che conosce bene, un mondo che, però, sta mutando. La gente non rimane più nel suo piccolo bozzolo, la gente viaggia. Le ferrovie sono ovunque e le tradizioni hanno lasciato il posto al progresso. Un bene, forse.
Accanto a lui Armonia di Mezzanotte, la donna con la quale condivide il letto e il cuore. Non necessariamente in quest’ordine.
Lei è bellissima, la sua pelle sembra dipinta dalla luna, i suoi gesti sono pacati, ma decisi, il suo cuore è silenzioso eppure il suo modo di amare è un vento impetuoso.
Genji e il suo popolo stanno aspettando dei missionari americani.

Un evento che potrebbe esser di buon auspicio, se non fosse che una terribile profezia è sul procinto d’avverarsi. Nel clan, in ogni generazione, uno dei membri ha il dono della preveggenza e riuscire a vedere il futuro è considerata una buona cosa, ma anche una maledizione.
Un massacro sta per compiersi e l’assassino potrebbe essere proprio la persona meno sospettata. E quella più facile da amare…

Takashi Matsuoka dipinge un affresco orientale che si presenta con i suoi gesti nobili e delicati. Sul serio, le sensazioni che scaturiranno da queste pagine avranno un qualcosa di regale, quasi cerimoniale. Rituali che però non ci metteranno a disagio.
Al contrario, contribuiranno a farci immedesimare in quello scenario di amore e morte che sta galoppando lentamente, ma decisamente verso un epilogo inevitabile.
Un libro che ammalia. E raramente ho provato una sensazione simile.