Nulla è stato inutile
- Autore: Alfredo Annicchiarico
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, Nulla è stato inutile di Alfredo Annicchiarico si inoltra nei territori complessi della giustizia e della memoria, raccontando il confronto tra un ex terrorista e una delle vittime indirette delle sue azioni. La narrazione si muove tra passato e presente, portando alla luce il legame ambiguo tra colpa e redenzione e lasciando al lettore il compito di riflettere sulla possibilità – o impossibilità – di riparare ciò che è stato distrutto.
Al centro della storia c’è Roberto, un uomo che ha trascorso decenni a cercare di seppellire il suo passato sotto una vita apparentemente normale. Traduttore e solitario, Roberto è segnato da un costante senso di inadeguatezza e dalla consapevolezza che le sue azioni giovanili non hanno portato al cambiamento che sognava, ma solo a morte e distruzione. È un personaggio che non cerca di giustificarsi: ciò che vuole è un confronto con Betta Tangorra, la figlia di un uomo ucciso in un attentato che lui ha contribuito a orchestrare.
Betta non è solo una vittima. L’autore ne fa una figura forte e complessa, una donna che ha trasformato il dolore in determinazione, ma che non può – e forse non vuole – dimenticare. Il suo incontro con Roberto non è un momento di liberazione, ma un’esplosione di emozioni trattenute, un confronto che lascia cicatrici su entrambi.
Accanto a loro c’è Egidio Sportelli, lo psicologo che accompagna Roberto nel suo percorso di consapevolezza. Egidio non è solo una figura di supporto, ma un contrappunto etico e razionale che porta avanti il discorso sulla giustizia riparativa. Con lucidità e fermezza, Egidio guida Roberto verso una comprensione più chiara di sé stesso e dei limiti del perdono. Le sue osservazioni – spesso taglienti – non offrono consolazione, ma invitano a riflettere sul fatto che il perdono non può mai essere un diritto o una pretesa.
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è il modo in cui affronta il concetto di giustizia riparativa. Roberto cerca Betta per ridare un senso alla propria esistenza, ma ciò che emerge è l’ambiguità di questo gesto: è un atto altruistico o un tentativo di liberarsi dalla colpa? Betta, dal canto suo, non vuole offrire il sollievo che Roberto cerca. Il loro incontro è un atto di disarmonia, una collisione di mondi che mette a nudo l’impossibilità di riparare veramente il passato.
Egidio, con il suo approccio razionale e diretto, funge da specchio critico per Roberto. È lui a ricordargli che il perdono non è un punto di arrivo garantito, ma un dono che può anche non essere concesso. La sua presenza introduce un elemento di equilibrio nella narrazione, spingendo il lettore a interrogarsi sulla legittimità delle richieste di Roberto e sulla capacità di Betta di rispondere.
Alfredo Annicchiarico costruisce un’ambientazione urbana che riflette lo stato d’animo dei personaggi. La città, mai nominata esplicitamente, – forse Taranto? – è un luogo grigio, in decadenza, dove passato e presente convivono senza mai risolversi. Le descrizioni degli spazi – le strade vuote, i palazzi corrosi dall’umidità, il mare che porta con sé odori di ruggine e olio – amplificano il senso di alienazione. È una città che respira memoria e rimpianto, un simbolo delle cicatrici invisibili che i personaggi portano con sé.
La scrittura di Annicchiarico è asciutta, diretta, priva di orpelli. Ogni parola è calibrata per restituire il massimo impatto emotivo, ogni descrizione è funzionale alla costruzione dell’atmosfera. Lo stile, pur nella sua essenzialità, riesce a evocare immagini potenti, immergendo il lettore in un mondo in cui la colpa e il dolore sono palpabili.
Nulla è stato inutile non offre risposte definitive, ma invita il lettore a confrontarsi con domande difficili: è possibile perdonare chi ha distrutto una vita? E il perdono, quando arriva, è sufficiente a cancellare il passato? Il romanzo non si limita a raccontare una storia personale, ma apre uno spazio di riflessione su questioni più ampie: il peso delle scelte individuali, la difficoltà di rimediare a ciò che è stato fatto, il confine tra giustizia e vendetta.
Alfredo Annicchiarico costruisce un racconto che non consola ma lascia il segno, spingendo i lettori a guardare oltre le apparenze e a riflettere sul significato di colpa, perdono e redenzione. Un romanzo intenso, quindi, che in un certo senso si rivolge a un passato che continua a interrogare il nostro presente.
Nulla è stato inutile
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