Ogni giorno come fossi bambina
- Autore: Michela Tilli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2015
“Mi chiamo Arianna e a volte perdo il filo dei miei pensieri e della mia vita. Ma poi lo ritrovo”.
Era stata l’anziana Argentina, la quale ogni mattina si svegliava con l’entusiasmo di una bambina perché custodiva nel cuore un dolce segreto, a insegnare alla ragazza a inseguire i propri desideri. “Sei brava a raccontare le storie” ripeteva spesso Argentina ad Arianna, ora dopo aver appreso della scomparsa della sua vecchia amica, Arianna aveva deciso di raccontare la storia di un profondo legame nato solo pochi anni prima.
C’era una volta una sedicenne obesa, totalmente sprovvista della forza di volontà necessaria per aver successo nella vita, che aveva come unica compagnia il computer attraverso il quale comunicava con il mondo. La madre di Arianna, Silvia, stanca di vedere sua figlia sempre dentro casa chiusa nella sua stanza, perché l’adolescente aveva abbandonato la scuola nonostante fosse brava in italiano, le aveva trovato un lavoro.
“Sarebbe un impiego provvisorio. La vecchia badante se n’è andata all’improvviso e Monica ha bisogno di qualcuno che stia con sua madre finché non trova la persona giusta”.
Argentina era autosufficiente, aveva solo bisogno di compagnia come tanti altri coetanei della sua età, parcheggiati soli dai loro figli davanti alla televisione. Da quel lavoro capitato così per caso, sarebbe nata una grande amicizia, Argentina e Arianna due donne di due generazioni diverse, esperienze opposte, eppure legate da un linguaggio comune.
La savonese Michela Tilli, già apprezzata da pubblico e critica, con questo romanzo scritto con uno stile delicato e realista al tempo stesso, conferma la sua sensibilità e bravura.
Molto bello il personaggio letterario di Argentina che insegna alla sua amica e a tutti i lettori che non è mai troppo tardi per sentirsi vivi. Argentina aveva lasciato insieme a suo marito Antonio il suo paese di origine Grassano simile a “una nave lunga e stretta, in mezzo al mare deserto della pianura lucana” più di cinquant’anni prima. La valigia degli sposi era piena di sogni perché negli anni Sessanta Milano rappresentava la fortuna e la conseguente stabilità economica. Ma Argentina non aveva mai dimenticato il paese natio, anche se non vi aveva rimesso mai più piede.
“I ricordi mulinavano leggeri”.
La donna si rivedeva bambina correre su per il corso e poi nei vicoli che salivano verso la chiesa madre di Grassano. Ecco la locanda dove era stato sistemato l’”Illustre straniero” Carlo Levi “uomo grande e sorridente, scortato dalle guardie”. L’autore di Cristo si è fermato a Eboli, era stato condannato al confino di polizia per tre anni dal regime fascista da scontarsi a Grassano dove Levi era giunto nell’agosto del 1935.
“Arriva il confinato! Arriva il confinato!”.
Impossibile per Argentina scordare Rocco il grande amore di tutta una vita, quel ragazzo taciturno che nemmeno la salutava quando la incontrava per le strade del paese. Ma nell’istante nel quale per la prima volta gli occhi di Argentina si erano incrociati con quelli di Rocco, la giovane aveva sentito che “l’uno nell’altro stanno guardando la stessa verità, come trovarsi insieme al cospetto di Dio, come vedersi in uno specchio e sorprendere l’anima nuda dietro alle iridi scure”. È una poesia di Puskin, posta come esergo del volume che meglio rappresenta questa toccante storia d’amore.
“All’anima fu dato il risveglio: ed ecco di nuovo tu apparisti, come una fuggevole visione, come il genio della pura bellezza. E il cuore batte nell’ebbrezza, e per il cuore sono risorti di nuovo e il dio, e l’ispirazione, e la vita e le lacrime e l’amore”.
Ogni giorno come fossi bambina
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