Oltre Ippocrate
- Autore: Bruno Masino
- Genere: Scienza
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2022
Questo libro è l’opera prima, protagonista un giovane medico, di un dirigente del sistema sanitario nazionale, dedicata al primo “dottore” della storia, Hyppokrates di Coo, aforista, geografo, curatore del V secolo avanti Cristo. Ippocrate è arrivato fino a noi come padre della medicina, fondatore della scienza medica, “che trova ragion d’essere nell’amore per il prossimo, nella solidarietà e nella complicità tra medico e paziente”, secondo il dottor Bruno Masino, da Tramutola nel Potentino, autore di Oltre Ippocrate, pubblicato nel 2022 da Epika di Lorella Fontanelli, editrice emiliana di Valsamoggia-Bologna.
Duecento pagine, non poche, eppure il narratore esordiente continua a considerare il suo lavoro un racconto, con tanta semplicità e senza falsa modestia.
Passione per la medicina, senso di responsabilità politica e civile nei confronti della pubblica Amministrazione, rabbia e orgoglio per il Sud vampirizzato dalla malavita organizzata: questo ed altro si legge nelle pagine dell’ex direttore sanitario del presidio ospedaliero di Villa D’Agri, in Basilicata.
Bruno Masino è nato e vive in provincia di Potenza, ha insegnato nei corsi di laurea e nei master per le funzioni direttive delle professioni sanitarie, è autore di pubblicazioni scientifiche, relatore e organizzatore di convegni medici, divulgatore di medicina su siti specialistici e giornali, anche con articoli di politica sanitaria.
È alla prima opera narrativa, che invita a non considerare autobiografica, per quanto ispirata dalla propria storia professionale e umana.
Protagonista del libro è Andrea, un giovane discendente d’Ippocrate nel nostro Mezzogiorno, alla fine del Novecento. Laureato in medicina per vocazione, per imitazione, per cooptazione dal medico condotto, figura meritoria della sanità pubblica fino al 1978. Prima della riforma sanitaria di quell’anno - che garantì l’estensione dell’assistenza sanitaria a tutti i cittadini e creò le Asl - era un riferimento insostituibile nelle piccole comunità, l’unico presidio della salute per la popolazione, specialmente quella più povera e indigente.
Oltre un secolo fa, la metà dei “dottori” italiani erano condotti, si spostavano in calesse nelle diverse contrade e campagne. L’aggettivo “condotto” deriva dal fatto che prestava servizio in uno o più Comuni per assolvere ad una condotta determinata, per compiere un compito ben definito: curare la salute degli abitanti, in ambulatorio e presso le abitazioni, tanto di giorno che di notte.
Questi gli impegni codificati dalla fine del 1800, ma la presenza è documentata in Italia già nel Medioevo.
In un piccolo centro del Sud, Andrea realizza il suo sogno fin da bambino diventare un dottore. Dalla scuola media nutriva un interesse smisurato per la disciplina medica. Frequentava assiduamente la biblioteca civica alla ricerca di libri che ne parlassero, ma la risorsa principale erano i testi a casa del medico del paese, il dott. Michele: biologia, fisiologia, neurologia, medicina interna, ostetricia, malattie infettive, fino alla psicologia. Perchè fare il medico condotto esigeva una conoscenza plurispecialistica, doveva affrontare qualsiasi problema di salute dei pazienti che gli si rivolgevano, come ad uno psicologo, sociologo, consigliere, amico, oltre che medico.
L’autore colloca la laurea in medicina di Andrea proprio nello snodo dell’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, che nel 1978 ha superato il sistema mutualistico.
Masino colloca giustamente la grande riforma nel periodo di grandi fermenti culturali politici e sociali, che negli anni Settanta portarono alla creazione delle Regioni e alla conferma della legge sul divorzio, con la bocciatura del “NO” nel primo Referendum abrogativo nel 1974. Nello stesso 1978, vennero approvate norme storiche e di progresso, la legge 194 sulla tutela sociale della maternità, l’interruzione volontaria della gravidanza e aborto terapeutico ed anche la cosiddetta legge Basaglia, che cancellò la reclusione nei manicomi per il trattamento delle malattie psichiatriche. L’Italia cresceva, scossa però da pesanti convulsioni politiche e sociali. La strategia della tensione continuava a versare sangue di innocenti con lo stragismo ambiguo della destra bombarola e si intravedevano le formazioni politiche dell’estrema sinistra eversiva che hanno segnato gli anni di piombo del terrorismo brigatista.
Nel 1980, Andrea prende il posto di medico di famiglia in un paesino sul mare, in una regione limitrofa alla sua d’origine. Sostituisce un dottore andato in quiescenza e incontra il sindaco che avrà un ruolo nel seguito del romanzo. È un primo cittadino che fa del servizio alla propria comunità una ragione di vita e che vede nel giovane medico l’erede naturale di quel modo di interpretare l’incarico pubblico.
C’è spazio intanto per Federica, la professoressa più bella del paese. Ma tutto nel Sud deve fare i conti necessariamente e malauguratamente con il cancro della criminalità mafiosa, che affligge quelle realtà e che minaccerà anche Andrea.
I “malamente” sono comunque una minoranza, in un luogo del cuore e di cuore: tenerissima la stima affettuosa dei pazienti per il loro “dottorino”.
È così che i nuovi concittadini lo chiamano da subito, non per una caratteristica fisica o altro, ma per la giovane età, ancora più rilevante in un contesto dove prevalgono anziani. Allo stesso tempo, il nomignolo riconosce i suoi modi gentili ed educati che si rivelano essere:
qualità rara in quella comunità abituata alla durezza della vita e a rapporti tra le persone rudi e senza troppi fronzoli, anche se allo stesso tempo per lo più sinceri.
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