Omicidio al Giro
- Autore: Paolo Foschi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: E/O
- Anno di pubblicazione: 2015
Nell’ultimo romanzo di Paolo Foschi, Omicidio al Giro (e/o, 2015), le indagini della Sezioni Crimini Sportivi entrano nel mondo del ciclismo. Il commissario Attila e la sua squadra indagano sull’incidente mortale al favorito del Giro d’Italia.
È morto Paolo Fallai, il campione di ciclismo. Assassinato? Chiede il commissario Attila. Ma che dici? Il questore vuole che il funzionario assuma il caso per confermare la morte accidentale del fuoriclasse del pedale, caduto in discesa, durante un allenamento, nei pressi di Roma. È da quello che si vorrebbe un non delitto che nasce la trama di “Omicidio al Giro” (176 pagine 14,50 euro), quinto thriller di Paolo Foschi, scrittore e cronista del Corrierone. Altro noir a sfondo sportivo, questa volta su due ruote, pubblicato dalle Edizioni e/o come i precedenti: “Delitto alle Olimpiadi”, “Il castigo di Attila”, “Il killer delle maratone” e “Vendetta ai Mondiali”.
Nuovo sport, nuove indagini per Igor Attila, alla testa della Sezione Crimini Sportivi della Polizia. Scontroso, eccentrico, amaro, ex boxeur tradito da un ginocchio a pezzi, nasconde nell’ufficio una chitarra amplificata e un saccone da pugilato appeso al soffitto, contro il quale quando è irritato scatena tre round tiratissimi di tre minuti ciascuno, con intervallo di un minuto, come sul ring nei match tra dilettanti. Igor, cuore impegnato, cuore infranto. Titta, il suo lui, così vicino così lontano. Liti nate per un nonnulla che si chiudono con musi lunghi come i lavori sulla Salerno-Reggio Calabria.
Squadra pronta a rientrare in azione, al seguito del novello Artù. Una Tavola Rotonda Ikea. I cavalieri: Ludovico, poliziotto gentiluomo, ex tennista e playboy; Checco, già ciclista professionista, squalificato per doping; Lillo Santoni, un tempo fantino di corse truccate; Palmiro, due metri di ragazzone di colore e giocatore di basket, nero che più non si potrebbe, ex della vicecommissaria Chiara Merlo, unica nota stonata del gruppo, senza un passato agonistico, a parte scassare la minchia a tutti con la costanza di un maratoneta. Però c’è da riconoscere che quella donna è un portento in ogni cosa che fa: prima al corso in tutte le discipline, didattiche, tecniche e sportive.
Urge un sopralluogo. Estrema periferia dell’Urbe, poco fuori il raccordo anulare. Campagna. Discesa facile, asfalto buono, bicicletta ottima. Fallai non ha curvato, è uscito dritto sparato, a novanta all’ora. Morto sul colpo. I compagni di squadra li aveva staccati di tre minuti. Nato in Calabria, cresciuto in Sicilia, residente a Milano militava in un team azero in Svizzera. Parere degli uomini di Igor? Non credono che un campione come quello possa essersi schiantato da solo. Qualcosa non è andato o, più probabilmente, qualcuno lo ha fatto fuori.
Chi è che pretende di far chiudere in fretta il caso per morte accidentale? Oltre al questore, è il procuratore capo Silvio David, ora ministro della Giustizia. Igor Attila cerca di opporre tutte le perplessità, ma il guardasigilli lo zittisce con l’antipatia di sempre:
benedetto commissario, le sue opinioni non interessano, lei è solo un manovale dell’ordine pubblico.
E pensare che la Merlo fa gli occhi dolci all’ex pubblico ministero. Sì, sembra decisamente innamorata. Ma no, è gelosa a sorpresa del suo gigante, Palmiro Fiocco di neve, che si è messo con un’altra. Ma non lo aveva lasciato lei?
Checchè ne voglia il ministro, questa vicenda del ciclista caduto in discesa non può andare in archivio. C’è uno scenario decisamente tossico dietro all’episodio apparentemente banale. La seconda macchina con bici e ruote di riserva è rimasta col motore fuori uso, carburante annacquato dicono, mai successo prima. Una bomba carta, un botto tremendo nel cortile, aveva distratto tutti al momento dell’ultimo controllo dei materiali, prima di uscire in allenamento. E non sono i soli imprevisti. Troppi, a troppe persone, il giorno dell’incidente e anche dopo.
La bici di Fallai sparisce dal deposito giudiziario. Ma oltre alle ombre sul mezzo meccanico, che potrebbe essere stato manomesso, ci sono quelle che si addensano sul campione stesso. Ciclismo e doping sono partner stretti nelle cronache sportive, piaccia o meno ad ex come Checco Rossi, squalificato e poi entrato in Polizia per le spinte di uno zio senatore. E ci sono strani viaggi del fuoriclasse in Calabria e Turchia, rapporti sospetti con un medico ed anche una cospicua polizza sulla vita. Dieci milioni di euro. La Tavola Rotonda Ikea si sposta a Sanremo, da dove partirà il Giro, orfano del favorito. E lì...
Omicidio al Giro
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