Operazione Majorana
- Autore: Angelo Acampora
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Ettore Majorana, un nome e un cognome che ai più giovani non diranno molto. Qualcosa in più, ma non tanto, ricorderanno ai meno giovani, visto che il mistero della sua scomparsa ha superato anni e decenni, transitando intatto fino al nuovo millennio, nella sua impenetrabilità. Aveva appena 31 anni il professore universitario di fisica che Fermi considerava un genio della scienza, nel novero ristretto di Galileo e Newton ed è oggetto di un "caso" al quale Angelo Acampora ha dedicato un libro, “Nome in codice: Operazione Majorana”, pubblicato dalle edizioni IBN di Roma nell’ottobre 2016 (pp. 136, euro 15,00).
Il titolo, per intero, è “Nome in codice: Operazione Majorana. Misteri di un’indagine a sorpresa” e la dice lunga sul progetto alla base del lavoro del ricercatore storico e saggista, che si è avvalso anche della collaborazione di un altro autore di ricerche sullo scienziato siciliano, Stefano Roncoroni, parente di Majorana per parte di madre e il cui volume edito nel 2013 è sparito stranamente dal mercato librario, forse perché conteneva rivelazioni sgradite alla famiglia (Ettore era affetto da una lieve sindrome dello spettro autistico e la sua è stata una sparizione per tutti tranne che per i congiunti…).
Angelo Acampora cerca di dimostrare una tesi attendibile sulla scomparsa del fisico italiano, mai sbarcato dal piroscafo che lo portava da Napoli a Palermo. Dal 27 marzo 1938 Majorana si è letteralmente smaterializzato, senza che se ne sapesse più niente, per sempre.
L’autore è molto motivato e la sua è una scrittura efficace:
“Ettore Majorana, nato a Catania il 5 agosto 1906, altezza 1.68-1,70. corporatura snella, capelli nerissimi, carnagione chiara, viso lungo… Di fronte alla Storia è certamente nato, indiscutibilmente vissuto per circa 31 anni, 6 mesi e 20 giorni, ma non è mai morto. Senza il ritrovamento del cadavere. paradossalmente, si è conquistata una meritata immortalità”.
È sparito, senza lasciare traccia, all’antivigilia dell’era atomica. Ad informare le forze dell’ordine sul territorio nazionale fu il Bollettino delle Ricerche del Ministero dell’Interno. Avvisi reiterati, ben cinque, ma a quanto pare non prima del 25 aprile: l’eventuale scomparso volontario avrebbe avuto perciò quasi un mese per passare la frontiera o imbarcarsi per un paese straniero. La famiglia fece pubblicare annunci anonimi su quotidiani catanesi e nazionali nella speranza tornasse sui suoi passi. A metà giugno arrivò ad offrire un premio di 30.000 lire a chi fornisse notizie.
Per Acampora, è un dato di fatto che Majorana fosse un teorico puro al quale interessava poco la sperimentazione,
“un teorico della fisica, della vita e, persino, di se stesso”.
L’acume intellettivo, il quoziente d’intelligenza, la straordinaria mente matematica e la propensione a intuire percorsi scientifici che per altri scienziati
“potevano significare fantafisica, lo resero un "diverso" e, pertanto, anche un infelice”. “È passato inosservato ai più che si applicò con la stessa passione e genialità anche a qualcos’altro”.
Una diversità estesa ad una omosessualità che viveva con il costante timore di essere "scoperto" ed esposto alla pubblica esecrazione come individuo abietto e indesiderabile.
Non ci si stupisca se in queste righe siano sostanzialmente anticipate le conclusioni di Angelo Acampora, visto che lo stesso autore, nella presentazione, sostiene di voler ricostruire quanto più possibile i fatti come potrebbero essere accaduti e di voler sviscerare quello che induce a sospettare che Majorana si sarebbe trovato al centro di un intrigo internazionale, suo malgrado e in piena consapevolezza. Un affaire allargato ai Servizi Segreti nazionali ed esteri, a uomini ombra, ad agenti e contro agenti. Nessuna traccia, ma tanti indizi che in collegamento tra loro fanno scattare il sospetto.
Si può avanzare un’ipotesi da fantascienza, con Acampora che conduce una puntuale e coinvolgente indagine su nuovi documenti. Apre alla congettura di uno scienziato capace di elaborare armi terribili del futuro, che soffre per una condizione di "diversità" ed è spaventato dalle leggi razziali antiebraiche, pur essendo affatto ebreo. Queste in effetti, costrinsero molti degli scienziati colpiti dalle discriminazioni in Germania e Italia a emigrare con i loro progetti straordinari, entrando negli Stati Uniti nell’equipe che ha costruito la bomba atomica.
Majorana non era israelita, si è detto, ma probabilmente si sentiva come se lo fosse, osserva Angelo Acampora. Se tutti gli altri abbandonarono a malincuore il paese d’origine, non essendo vincolati da legami con le Forze Armate, Ettore si dovette trovare nell’infelice posizione di dover proteggere a tutti i costi i suoi studi “nell’interesse della difesa nazionale”. Per poterlo fare, senza cedere niente a nessuno, neanche se stesso, decise, per il bene della patria, di non farsi più trovare.
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