Oscar e la dama in rosa
- Autore: Eric-Emmanuel Schmitt
- Categoria: Narrativa Straniera
Ecco una storia che tocca il cuore. Una storia triste e intensa. Eric-Emmanuel Schmitt affronta il rapporto tra malattia e sofferenza, tra amore e morte. In questo breve racconto c’è tutto il senso della vita. Un piccolo grande libro.
Trama - Oscar è un bambino leucemico di dieci anni, senza alcuna possibilità di guarigione. Ricoverato in ospedale, diventa amico di un’anziana signora, Nonna Rosa, la quale gli è sempre vicino. Per alleviare le sofferenze, Nonna Rosa gli propone un gioco: fingere che ciascun giorno corrisponda alla durata di dieci anni e scrivere quotidianamente una lettera indirizzata a Dio, per raccontare la sua vita. Così, Oscar scrive delle amicizie e dei giochi condivisi con gli altri piccoli degenti: Bacon, Einstein, Pop Corn. Del suo amore verso Peggy Blue, una bambina ricoverata nel suo stesso reparto. Ma anche del rapporto con i propri genitori, con i medici, delle paure per il decorso della malattia, dei desideri e dei sogni della sua età.
Un libretto di novanta pagine, composto di dodici lettere assai suggestive, il cui disarmante candore può spiazzare il lettore. Nella sua semplicità espositiva, questo non è soltanto un racconto venato di malinconia, bensì anche di fantasie, speranze, amicizie, amori innocenti e fede.
Senza indulgere a facili e stucchevoli pietismi, il tema della malattia viene affrontato in tutto il suo significato più profondo con una levità espressiva intrigante, tipica dello stile di Schmitt.
Intensa e toccante l’amicizia maturata tra il piccolo malato e l’anziana signora, la sola capace di diventare depositaria delle confidenze di Oscar, portandolo a riconciliarsi con i genitori dopo molte incomprensioni. Un libro da leggere in un’ora, zeppo di spunti di riflessione. Un piccolo capolavoro della narrativa contemporanea.
Oskar und die Dame in Rosa: Erzählung
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“Facciamo un gioco; ogni giorno vivrai 10 anni e potrai scrivere a Dio tutto quello che ti succede…ci stai? Ok, Nonna Rosa, ci sto!” Tutti i giorni Nonna Rosa va a giocare con Oscar; tutti i giorni Oscar aspetta trepidante l’arrivo di Nonna Rosa, una signora tutto pepe che fa volontariato in ospedale e passa il suo tempo con bambini come Oscar, malati di leucemia; e pensare che Oscar non sa nemmeno quanti anni abbia questa dama in rosa! Oscar ha bisogno di risposte, la sua malattia lo sta uccidendo e lo sa ma con i grandi non può parlarne perché ne hanno paura, persino i suoi genitori non riescono a guardarlo negli occhi e preferiscono riempirlo di regali. Fortuna che c’è Nonna Rosa: intuisce la sua voglia di risposte e gli propone un gioco… parlare con Dio ogni giorno facendo finta che ad ogni lettera siano associati 10 anni. In ogni lettera potrà chiedere una desiderio Oscar comincia il suo gioco. Ha 10 anni e arriverà, 10 giorni dopo, a 110 anni. Nelle sue lettere a Dio c’è tutta una vita: i primi amori, la maturità, la vita di coppia con la sua inseparabile Peggy Blu una bimba di 10 anni che per una strana sindrome ha la pelle bluastra; l’attesa per l’operazione di Peggy e la voglia di portarsela via. Tutto questo con la semplicità e la purezza di un bambino. Poco a poco, Oscar impara ad accettare che i grandi non hanno tutte le risposte e che non sempre sanno esprimere il loro affetto come vorrebbero. A 110 anni lascia un biglietto sul comodino “solo a Dio è permesso di svegliarmi”; Nonna Rosa scrive l’ultima lettera a Dio per ringraziarlo di averle permesso di conoscere e di vivere Oscar, per tutto l’amore che questo bimbo le ha dato e che le permetterà di riversare su qualcun altro che ne ha più bisogno. L’autore in poche pagine immaginarie, descrive abilmente l’intreccio tra l’amore e la morte.