

Pain killer
- Autore: Barry Meier
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2022
Pain killer. L’Impero dell’inganno e la grande epidemia americana di oppiacei (Pain killer: an empire of deceit and the origin of America’s Opioid epidemic) a firma di Barry Meier è una bella prova di giornalismo d’inchiesta sull’abuso di antidolorifici regolarmente prescritti negli Stati Uniti, che ha provocato tra il 1996 e il 2018 la morte per overdose di circa 200 mila persone. Giusto per avere un’idea della portata, tale cifra corrisponde agli abitanti di Cosenza, Legnano, Olbia messi insieme.
La prima pubblicazione risale al 2003, la seconda del 2018 è arricchita da una documentazione inedita che comprende parte della memoria accusatoria contro la Purdue Pharma, responsabile della commercializzazione ingannevole dell’OxyContin, il farmaco incriminato, insieme a documenti interni all’azienda, che dimostrano i gradi di responsabilità tra i dirigenti. Noi l’abbiamo letto negli Oscar Mondadori 2022, corrispondente alla seconda edizione aggiornata, nella traduzione di Chiara Libero.
Barry Meier ha lavorato come giornalista d’inchiesta per il “Wall Street Journal”, il “New York Newsday” e il “New York Times”. Molte delle sue inchieste hanno portato a interrogazioni al Congresso. Nel 2017 il suo team ha vinto il Pulitzer for International Reporting.
Per capire l’origine e la dinamica dell’“inganno” dobbiamo fare un passo indietro. La specializzazione sulla diagnosi e sulla terapia del dolore nasce come settore di nicchia intorno agli anni Settanta ed è circoscritta alle operazioni chirurgiche e ai pazienti affetti da neoplasie terminali, cui i medici prescrivevano potenti antidolorifici con molta cautela. Infatti era nota da tempo la pericolosità di oppio, morfina e simili in termini di assuefazione e dipendenza. L’idea drammaticamente vincente della Purdue Pharma è stata quella di imporsi sul mercato del dolore in senso lato lanciando nel 1995 l’OxyContin, un analgesico a rilascio graduale che rientra nella stessa classe della morfina, presentandolo come un medicinale miracoloso e sostanzialmente sicuro che avrebbe migliorato la qualità della vita di migliaia di persone. Come? Con una strategia di marketing ad ampia scala senza precedenti, ma ingannevole sul rischio dipendenza appiattito all’1%. Tra le tattiche impiegate grazie a un’organizzazione capillare ricordiamo: campagne promozionali aggressive, il controllo di riviste scientifiche favorevoli all’OxyContin, la corruzione di numerosi medici di base - anche infermieri professionisti e farmacisti malleabili -, affinché prescrivessero il farmaco anche per patologie minori; bonus da capogiro ai rappresentanti farmaceutici più efficienti, cioè a quanti riuscivano a promuovere presso i medici le versioni più costose, quelle a più alto dosaggio di principio attivo. Il che a dire potenziare intenzionalmente la dipendenza tra i pazienti e incrementare i profitti.
Fin dal principio, i dirigenti dell’azienda progettarono di trasformare OxyContin nel primo narcotico potente, mai destinato al mercato di massa, per il trattamento di patologie diffuse e considerate minori come l’artrosi e il mal di denti […] e di convincere migliaia di medici generici che il farmaco era sicuro perché non avrebbe portato i pazienti a farne un uso improprio o a diventarne dipendenti.
Niente di più falso, tanto che, dati alla mano, l’enorme successo commerciale determinò una strage da overdose e non solo. A un anno dalla sua commercializzazione divenne sia il prodotto di punta per alleviare il dolore, sia lo stupefacente più richiesto al mercato nero. Ciò generò a cascata un aumento della microcriminalità a danno di farmacie, reparti ospedalieri, abitazioni private; un incremento trasversale della tossicodipendenza che i centri destinati alla disintossicazione non riuscivano a fronteggiare. Per non parlare dei medici compiacenti che a pagamento prescrivevano il farmaco.
Pain killer di Barry Meier è un saggio avvincente, scorrevole e documentato che indigna per la gravità dei fatti riportati e il senso d’impotenza che tuttora li accompagna. Il processo si è concluso con un patteggiamento:
Si concordò che Purdue, come azienda, si sarebbe dichiarata colpevole di misbranding, frode in commercio, ammettendo di aver presentato in modo ingannevole il farmaco.
Ma OxyContin continua a essere venduto con una formulazione lievemente diversa e un bugiardino più sincero e completo sugli effetti collaterali. Una testimonianza di malasanità che ha travolto l’America perché a fronte delle prime avvisaglie di crisi e denunce da parte di medici coscienziosi, politici, autorità di vigilanza, associazioni professionali mediche e compagnie assicurative hanno preferito voltarsi dall’altra parte, mentre l’industria farmaceutica si dava da fare per minimizzare la bomba che le stava scoppiando tra le mani. Poi la svolta fino al processo, quando un’agente della Dea ha denunciato Purdue. Il dubbio però rimane: fino a che punto il Dipartimento di giustizia è riuscito a proteggere i cittadini?
Il libro ha ispirato una miniserie televisiva in sei episodi di grande successo realizzata nel 2023 per Netflix.

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