Palcoscenici del mondo nella Palermo barocca
- Autore: Rossella Cancila
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Il libro di Rossella Cancila è inserito nella collana “Frammenti” dell’University Press che raccoglie episodi significativi della storia di Palermo e della Sicilia. "Palcoscenici del mondo nella Palermo barocca" è un volume piccolo di dimensioni ma denso di contenuti, il cui sottotitolo “Universalismo della Monarchia Spagnola”, esprime già significativamente quanto espresso nelle pagine che lo compongono.
Ponendo specifica attenzione alla Palermo del Seicento, vengono presi in esame due “momenti” precisi dell’epoca. Uno è il monumento a Filippo IV , il “teatro marmoreo” a lui dedicato, mentre l’altro riguarda i suoi funerali celebrati in Cattedrale. Non sono funerali con la salma del defunto, ma uno degli episodi caratteristici di quel periodo per cui nelle città capitali e in altri centri di rilievo dei vari regni dell’Impero Spagnolo, vengono celebrate le esequie per certificare il passaggio dal defunto monarca a quello nuovo. Il complesso marmoreo ha una sua importanza nell’edificazione di Palermo che viene rifondata a partire dalla seconda metà del Cinquecento come città capitale in cui si dà notevole rilievo alla rappresentazione teatrale propria dell’estetica barocca.
Nel libro si susseguono i due episodi coevi, quello del complesso marmoreo e l’altro delle esequie attraverso due diverse disamine. Prima quella del Segretario del Senato, Angelo Strano, che racconta il monumento facendo quasi entrare in esso, mentre per le esequie, mutandosi chiaramente il punto di osservazione, si ha il resoconto fatto da un personaggio di diverso orientamento e ruolo sociale, un protagonista dell’Inquisizione: il padre teatino Girolamo Matranga.
Mentre nel teatro marmoreo si ha la celebrazione dell’universalismo dell’Impero spagnolo in chiave laica, invece per le esequie si ha una rappresentazione del potere religioso che trova espressione concreta nell’Inquisizione, ambedue manifestazione di un universalismo della Monarchia spagnola come da sottotitolo.
Il Teatro marmoreo venne edificato nel 1660 con l’arrivo del Viceré, conte di Ayala e nel primo paragrafo “La monarchia oltraggiata” così come indicata nelle fonti, trova espressione quel periodo della monarchia spagnola al cui interno si colloca il caso siciliano. In Sicilia si era creato in quel periodo prima dell’arrivo del Viceré Ayala, un vuoto di potere, con lotte interne e fenomeni di corruzione per l’acquisizione delle più alte cariche pubbliche cui non fu estraneo nemmeno l’Arcivescovo di Palermo nella sua qualità di primate della Chiesa palermitana, la carica più importante del clero in Sicilia; poteva pertanto essere comprensibile il suo operato fuori le sue precise attribuzioni. Con il nuovo Viceré, per risollevare le sorti del Regno, gli si diede lustro e nuovo vigore con la rappresentazione, la Festa, il cerimoniale funebre, momenti in cui si mascherano stati disfunzione e sofferenza. Sia l’apparato monumentale che la celebrazione delle esequie, si collocano in questo contesto di celebrazione della Monarchia spagnola, in cui Palermo, inizia a costruirsi come Capitale.
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