A giorni, Arquà Petrarca si prepara a celebrare il doppio anniversario di nascita e morte, entrambi in luglio, dell’autore del Canzoniere. E offre itinerari letterari ispirati ai tanti visitatori illustri e alle loro opere: lungo la strada poetica del Parco letterario Francesco Petrarca circa 60 targhe riportano citazioni e brani.
Leggerli ed assaporarli esattamente dove sono stati concepiti è un’esperienza unica sulle tracce di Lord Byron, Percy e Mary Shelley, Dino Buzzati, Gabriele D’Annunzio, Ugo Foscolo e molti altri.
Castelli, ritiri campestri, antiche abbazie, oasi ambientali, ville, giardini disegnano un arcipelago di luoghi, in provincia di Padova, dove i poeti sono di casa da secoli. Il cuore verde del Veneto, ancora oggi, conserva traccia di emozioni e sensazioni eternate in versi sublimi. Così il Parco letterario Francesco Petrarca e dei Colli Euganei riunisce una manciata di borghi e itinerari letterari: da Abano Terme a Due Carrare, da Cinto Euganeo a Este. Fino ad Arquà Petrarca, cuore organizzativo del Parco e ultima amatissima dimora dell’autore del Canzoniere (Meridiani Mondadori, 2004) che a giorni si appresta a celebrare il doppio anniversario legato alla nascita e alla morte, entrambe avvenute in luglio, di questo suo figlio adottivo.
Francesco Petrarca trascorre qui gli ultimi anni sereni di una vita artistica lunga e proficua. Dal marzo 1370 fino alla sua morte nel 1374 abita nella casa, dono del signore di Padova, Francesco il Vecchio da Carrara, da lui stesso fatta restaurare. La villa ha un duplice pregio: è vicina alla famiglia della figlia Francesca e immersa in un paesaggio di eterna bellezza.
Il Parco letterario Francesco Petrarca
Il parco letterario, come ogni luogo dell’anima che si rispetti, non ha un cancello, né confini. Si può raggiungere in barca da Padova lungo il canale Battaglia, che è poi la via scelta dallo stesso Petrarca, oppure a piedi o in bicicletta, lungo itinerari letterari suggestivi e ricchi di attrattive.
Se Petrarca è stato il primo e più famoso ospite, dopo di lui sono tanti, tantissimi, gli scrittori e i poeti che hanno visitato in una sorta di pellegrinaggio questi luoghi. Li hanno amati e raccontati in versi altissimi. Dando vita a una sorta di turismo letterario che oggi ha anche una via dedicata: la strada poetica realizzata sulle tracce di questi illustri visitatori è percorsa da quasi 60 targhe che riportano citazioni e brani, così che il visitatore può leggerli e assaporarli esattamente dove sono stati concepiti in un’esperienza unica.
“Qui veder poi l’imagine mia sola”: il testamento di Petrarca
Attraverso le loro voci è possibile visitare i luoghi in maniera originalissima, fruendo di guide eccezionali per sensibilità e talento.
A partire dal padrone di casa che qui passeggia nel verde, memore del passato sulle tracce di un amore lontano. E sembra scrivere una sorta di testamento letterario, una dichiarazione di affetto assoluto per questa terra: sono dedicati a Laura, ma forse anche un po’ ai luoghi che lo ospitano e alla natura che li pervade, gli ultimi versi dalla canzone CXXIX:
Ivi è ‘l mio cor, et quella che ‘l m’ invola; qui veder poi l’imagine mia sola.
L’omaggio ai Colli Euganei: da Ariosto a Buzzati
In tanti seguono il suo esempio nei secoli: passano per un breve soggiorno, visitano la casa del poeta, come noi oggi, alla ricerca di una traccia, di una sensazione che li faccia sentire più vicini alle pagine amate. Alcuni si fermano più a lungo, conquistati dalla dolcezza del luogo. Così Este è citata da Ludovico Ariosto ne l’Orlando Furioso (Rizzoli, 2012). Dei Colli parlano e scrivono, tra gli altri, Gabriele D’Annunzio, Diego Valeri, Giovanni Comisso, Andrea Zanzotto, Antonio Fogazzaro.
Dino Buzzati inserisce Villa dei Vescovi a Torreglia in Festa in villa col mago, contenuto in quella singolare commistione di giornalismo e letteratura che sono le Cronache terrestri risalenti al 1972 e ripubblicate da Mondadori nel 2022.
L’aspetto stesso della villa, insieme fastoso e bizzarro, la luce torpida del pomeriggio, collaboravano a quella speciale aura magica non rara in queste contrade del Veneto.
George Byron e Shelley: i pellegrini che onorano Petrarca
George Byron scrive di Arquà Petrarca in Childe Harold’s Pilgrimage (Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, edito da Le Monnier nel 1874), IV canto:
C’è una tomba ad Arquà; sollevate verso l’alto, su colonne, riposano/ le ossa dell’amante di Laura:/ qui accorrono/ molti amici dei suoi ben intonati lamenti,/ come pellegrini che onorano il suo genio.
Non solo: affitta ad Este una casa per gli amici Mary e Percy Shelley che definisce i Colli Euganei Isole in fiore in Lines Written Among the Euganean Hills.
Il tributo a Petrarca di Ugo Foscolo
Ugo Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis (Garzanti, 2008) racconta la visita alla casa del Petrarca e il commosso tributo ai suoi versi:
Noi proseguimmo il nostro breve pellegrinaggio fino a che ci apparve biancheggiar dalla lunga la casetta che un tempo accoglieva Quel grande alla cui fama è angusto il mondo, Per cui Laura ebbe in terra onor celesti. Frattanto io recitava sommessamente con l’anima tutta amore e armonia la canzone: Chiare, fresche, dolci acque; e l’altra: Di pensier in pensier, di monte in monte; e il sonetto: Stiamo, Amore, a veder la gloria nostra
Il luogo dove Petrarca ancora vaga
È forse Margareth Symonds a cogliere appieno l’atmosfera del luogo come dimostra la descrizione tratta da Days spent on a Doge’s farm (scritto nel 1893 e disponibile nell’edizione della HardPress Publishing, 2012).
Da nord e sud la brezza soffia liberamente e indugia attorno al tavolo del poeta. E poi si trattiene lungo i muri dove ancora il Petrarca vaga, in un affresco, attraverso sentieri dorati e prati illuminati dal sole, per incontrarsi con Laura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Parco letterario Francesco Petrarca: tra i Colli Euganei il luogo dell’anima del poeta
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